ESTE - Attese interminabili al pronto soccorso: sull'ospedale Madre Teresa di Calcutta di Schiavonia piovono le critiche dei pazienti da codice bianco. «Non è...
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Ne sa qualcosa un atestino di 67 anni che l'altro giorno si è ferito alla mano destra ed è stato dirottato al pronto soccorso dal medico di base per ricevere qualche punto di sutura. «Abbiamo fatto il triage alle 9.20, davanti a noi avevamo solo altri 4 codici bianchi, quindi speravamo di cavarcela nel giro di qualche ora racconta la moglie . Invece dopo sette ore di attesa abbiamo deciso di andare al punto di primo intervento di Montagnana, dove non c'era fila. Una signora che è arrivata lì mi ha spiegato infatti che attraverso la app regionale (Info pronto soccorso, ndr) è possibile controllare in tempo reale l'affluenza nei vari presìdi».
A Montagnana la ferita è stata ricucita nel giro di pochi minuti, ponendo fine all'odissea della coppia. «Un'attesa del genere non è accettabile sbotta l'anziana ho intenzione di parlare col direttore generale per segnalare il problema». Il presidio di Montagnana in cui il ferito è stato medicato in poco tempo, non garantisce però tutti i servizi di un pronto soccorso: assicura la stabilizzazione dei pazienti per poi trasportarli a Schiavonia, se le condizioni lo richiedono. «Al pronto soccorso di Schiavonia abbiamo due medici per gestire i codici gialli e bianchi, di cui uno pronto a uscire con l'ambulanza in caso di emergenza spiega il direttore e altri due per i codici gialli e rossi. Ma se gli accessi per codice bianco sono troppi si crea un ingorgo. Del resto le persone vengono qui perché spesso trovano chiusi gli ambulatori dei medici di base: noi restiamo l'unico lampione acceso. E' un problema dell'intera sanità italiana: va rivisto l'intero sistema».
M. E. P. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino