Attentato terroristico alla sede della Lega di Villorba, processo "blindato" e i rischi di un altro Cospito

TREVISO/VENEZIA - L’appuntamento è fissato per martedì 28 marzo, a Mestre, in un’aula bunker che si preannuncia blindata come non mai. Di fronte alla...

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TREVISO/VENEZIA - L’appuntamento è fissato per martedì 28 marzo, a Mestre, in un’aula bunker che si preannuncia blindata come non mai. Di fronte alla Corte d’Assise d’appello di Venezia, presieduta da Carlo Citterio, si aprirà il processo di secondo grado a carico di Fernandez Juan Antonio Sorroche, l’anarchico spagnolo di 46 anni condannato lo scorso anno a 28 anni di reclusione e al pagamento di un risarcimento di 30 mila euro, da corrispondere alla Lega per l’attentato dinamitardo dell’agosto 2018 contro la sede del K3 di Villorba.

Forti tensioni, il secondo atto del processo

Il primo processo si è svolto a Treviso in maniera tranquilla, con l’eccezione del giorno seguente alla requisitoria dei pm Roberto terzo e Alessia Tavarnesi, quando gli anarchici bloccarono la circonvallazione esterna alla città, creando seri problemi al traffico prima di essere dispersi dalla Celere. Nel frattempo è scoppiato il caso di Alfredo Cospito, l’anarchico che dallo scorso ottobre ha iniziato lo sciopero della fame contro il 41 bis, ovvero il regime di carcere duro che gli è stato imposto perché viene considerato ancora pericoloso, dopo la condanna a 20 anni di reclusione che sta scontando per aver piazzato due ordigni esplosivi all’esterno di una caserma di Cuneo, nel 2006: attentato terroristico che ha non poche analogie con quello di Villorba. In entrambi i casi, fortunatamente, non vi fu alcuna vittima o ferito. Le forti tensioni maturate a seguito della protesta messa in atto da Cospito e dalle conseguenti numerose manifestazioni succedutesi in tutta Italia a sostegno della sua azione e contro il 41 bis, fanno temere che il processo d’appello a Sorroche possa diventare un’occasione per iniziative da parte dell’ambiente anarchico insurrezionalista. Ed è per questo che le forze dell’ordine stanno lavorando per predisporre un piano di massima sicurezza . Anche Sorroche, al pari di Cospito, ha annunciato lo scorso ottobre di aver iniziato lo sciopero della fame contro il 41 bis nel carcere di Terni nel quale è recluso in regime di alta sorveglianza. A difendere l’anarchico spagnolo al processo d’appello sarà l’avvocato Flavio Rossi Albertini, lo stesso che assiste Cospito.

La prima sentenza

Nel luglio dello scorso anno, la Corte d’assise di Treviso ha condannato Sorroche per i reati di attentato per finalità terroristiche o di eversione con ordigni micidiali o esplosivi in relazione a due congegni rudimentali, ma potenzialmente letali: il primo - una bomba carta - era finalizzato ad attirare l’attenzione; il secondo, più potente - una pentola zeppa di esplosivo e chiodi - progettato per fare del male. Il piano fallì, per puro caso: la bomba carta, infatti, fu fatta esplodere nella notte di sabato 11 agosto, ma nessuno ci fece caso perché la sede della Lega si trova in una zona isolata. E così la “trappola” non scattò. Il secondo ordigno fu scoperto dai dipendenti del partito il 16 agosto, al rientro al lavoro.

 

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Il Gazzettino