Attentato al bus fermo al capolinea: «Mi ha sparato ad altezza gambe»

Il bus colpito al capolinea di Torre
PADOVA Il primo colpo è stato esploso all'altezza delle gambe del conducente dell'autobus numero 22, sabato sera, al capolinea di Torre. L'uomo, M.C. dipendente...

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PADOVA Il primo colpo è stato esploso all'altezza delle gambe del conducente dell'autobus numero 22, sabato sera, al capolinea di Torre. L'uomo, M.C. dipendente di BusItalia e da 15 anni in servizio, è ancora sotto choc. Intanto sono scattate le indagini dei carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Silvia Golin, per individuare chi ha premuto il grilletto contro il mezzo pubblico fermo. Gli inquirenti stanno cercando un'auto di colore grigio e con un paio di bande laterali di tonalità blu. L'arma utilizzata sarebbe una pistola ad aria compressa caricata con pallini di ceramica. I militari, in queste ore, stanno analizzando le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza installate all'interno del bus e di quelle nel sottopasso che conduce a Ponte di Brenta da dove è transitata la macchina.

Come si spiega questo attentato al bus fermo al capolinea? «Non me lo spiego. Subito ho pensato ai residenti di Torre, alcuni di loro sono piuttosto arrabbiati perchè quando siamo fermi con i mezzi al capolinea, soprattutto d'inverno, teniamo acceso il motore e questo li disturba. Ma spero non siano arrivati a tanto. E sabato sera avevo il motore acceso per riscaldarmi».

Un'altra ipotesi? «Io non ho nemici, e allora ho pensato a una bravata se così vogliamo chiamarla. Mi sembra che anche i carabinieri stiano battendo questa pista. E poi mi era venuto in mente magari qualche passeggero scontento per avere preso una multa, ma non sono io che multo i viaggiatori per cui ho scartato anche questa ipotesi».

Quanti colpi di pistola ha udito? «Non ho dubbi, due colpi secchi ed erano di pistola. Non hanno usato una fionda per tirare delle biglie. Il primo colpo ha preso il montante sotto la cabina di guida. Di fatto mi hanno sparato all'altezza delle gambe. Il secondo ha infranto i finestrini dietro e per fortuna non avevo passeggeri. A nessuno di noi conducenti è mai capitato nulla di simile».

Li ha visti in faccia? «Non sono riuscito. In quel momento ero seduto al posto di guida ed ero al telefono con la mia compagna. Il finestrino era abbassato perchè stavo fumando una sigaretta. Ma ho visto l'auto, era di colore grigio con delle bande blu. Una macchina che ho già incrociato diverse volte in città. Nella sua non eleganza è unica».

L'auto da dove proveniva? «È uscita dal sottopasso che porta a Ponte di Brenta e viaggiava in direzione di Padova. Volutamente chi ha sparato dalla strada si è avvicinato al capolinea per colpire l'autobus. È stata una frazione di secondo, due colpi e sono fuggiti».

Nel bus sono stati trovati proiettili? «No, già sabato sera i carabinieri li hanno cercati ma senza trovare nessuna ogiva. Ecco perchè la tesi più probabile e che abbiano sparato dei pallini di ceramica».

Lei è rimasto ferito? «Per fortuna no, ma solo perchè il primo colpo si è infilato nel montante sotto la cabina di guida altrimenti mi avrebbero preso le gambe».

È possibile che non si siano accorti della sua presenze? «No perchè in quel momento, fermo al capolinea di Torre, avevo acceso il motore e i fari. L'autobus era del tutto illuminato ed io ero molto visibile. Chi ha sparato ha mirato volutamente al posto dell'autista. Su questo punto non ho alcun dubbio. Ripeto, è andata molto bene che non sono rimasto ferito, ma ho avuto paura».

In città si sono registrati altri episodi ai danni di autobus? «So che in via Vicenza sono state sfondate le pensiline delle fermate del bus, ma credo non ci sia una correlazione con quanto accaduto sabato sera al capolinea di Torre».

Come conducenti avete paura di guidare alla sera? «No, però alcune zone come il capolinea di Torre e quello del tram a Pontevigodarzere sono molto isolate». 

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Il Gazzettino