Attacco "social" al bacaro accusato di propaganda pro Putin: «Ho solo dato lavoro a un ragazzo russo»

Elif Cevik, titolare del bacaro ai Bari: "Sono sconvolta"
VENEZIA - Un durissimo attacco contro la proprietaria di un bacaro a Venezia, accusata attraverso recensioni online e post su Twitter, di fare propaganda in favore della Russia....

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VENEZIA - Un durissimo attacco contro la proprietaria di un bacaro a Venezia, accusata attraverso recensioni online e post su Twitter, di fare propaganda in favore della Russia. La disavventura vede come vittima Elif Cevik, che lo scorso aprile ha aperto un bacaro in calle dei Bari a Santa Croce: «Mi sembra di vivere un incubo – racconta sconvolta – da qualche giorno mi è stata rivolta un’accusa ingiustificata, mossa da un gruppetto di turisti che nelle scorse settimane ha frequentato il mio locale. Dai post pubblicati sui loro profili Twitter e attraverso recensioni su Google, mi hanno accusata di propaganda pro-Putin perché tra i miei collaboratori c’è anche un ragazzo russo».



LA TESTIMONIANZA
Elif, di origine turca, in Italia dal 2005, ha aperto il suo locale in centro storico dopo altre esperienze nel campo della ristorazione, ma mai si sarebbe aspettata di diventare oggetto di un così duro attacco: «Da sempre, tenendo fede ai miei principi, seleziono i mie collaboratori in base a competenza e affidabilità, senza guardare al loro passaporto – racconta – Negli ultimi mesi, quando ho avuto bisogno di una mano, ho assunto a chiamata un ragazzo, russo, con il solo scopo di offrire un impiego ad una persona che potesse aiutarmi sul lavoro. Oggi vengo accusata di fare propaganda proprio per questo motivo e non mi capacito di quanto stia accadendo». Nel giro di poche ore, infatti, i post di accuse sono stati rilanciati più di diecimila volte e commentati anche da personaggi illustri, tra cui alcuni calciatori ucraini, che hanno cavalcato l’onda delle accuse infierendo sulla proprietaria vittima suo malgrado di questi attacchi. Il locale ha iniziato a ricevere recensioni negative anche su Google, passando in poche ore da una valutazione ottima a cinque stelle, ad essere tra i peggiori locali. Le accuse sono di propaganda filorussa operata da parte della proprietaria e dei suoi dipendenti. In alcuni tweet si leggono insulti e calunnie, si incita addirittura a boicottare il bar perché responsabile dei crimini compiuti dai russi in territorio ucraino. «Sono molto preoccupata – continua – Ho già provveduto a consultare un avvocato per sporgere denuncia, quello che sta accadendo è di una gravità inaudita: mi si accusa di essere russa, sa mai questo possa essere un reato, quando in realtà sono turca; mi si accusa di ricevere finanziamenti direttamente dal Cremlino, una cosa che non riesco nemmeno a pensare; mi si dà la colpa di appoggiare l’invasione dell’Ucraina per ricevere in cambio dei soldi. Tutte accuse assolutamente false dalle quali mi trovo a dovermi difendere senza alcuna colpa». 

META PREFERITA

Le recensioni e i tweet per il momento non stanno avendo ripercussioni sull’andamento del locale, che negli ultimi mesi è diventato meta preferita anche di molti residenti oltre che dei turisti. «Spero che questa brutta situazione si risolva presto – conclude Elif – Nel frattempo, però, la paura è che questi commenti possano istigare qualcuno a compiere ritorsioni contro il mio locale, dopo tutti i sacrifici fatti».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino