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VENEZIA Ottocento lettere del Comune e settecento dell'Ater, su un patrimonio pubblico complessivo che supera gli 11mila alloggi, per chiedere chiarimenti agli occupanti. Sono oltre 1500 le persone, assegnatarie di un alloggio popolare tra Venezia e il territorio della provincia, che hanno ricevuto in questi giorni una comunicazione dagli uffici di mancata presentazione dell'Isee 2020, come invece prevede la legge regionale. In assenza di tale documento, infatti, l'ente proprietario applicherà fin da gennaio il canone di mercato per la permanenza nell'alloggio. Maggiorato del 10 per cento se si tratta di un inquilino Ater. E la missiva, come prevedibile, ha suscitato allarme tra gli inquilini, che si sono scatenati anche sui social paventando il rischio di sfratto (che sono bloccati anche nel settore dell'edilizia privata, ndr) ma rappresenta un atto dovuto: per mantenere l'assegnazione, infatti, in base alla normativa, è necessario che l'inquilino presenti ogni anno l'indicatore della propria situazione reddituale.
I REQUISITI
Il limite per rimanere all'interno di un alloggio pubblico è di 35 mila euro di Isee (che sono parecchi di più del reddito annuo complessivo di un nucleo familiare, che viene modificato da alcuni parametri e diviso per numero di persone appartenenti al nucleo stesso) per i vecchi affittuari, e diventa 26 mila per coloro che sono entrati dopo l'approvazione della legge sull'edilizia pubblica.
Una legge mirata a stanare i Paperoni furbetti che, pur potendo permettersi di sostenere un affitto non calmierato, o essendo titolari di altre proprietà, immobiliari o finanziarie, per anni hanno approfittato dell'esiguità dei controlli e di un sistema informatico ancora agli albori.
Da tener presente, poi, che gli anziani - dove per anziani si intendono gli over 65 anni che spesso sono ancora al lavoro - e chi ha in casa familiari portatori di handicap, pur obbligati a presentare l'Isee, sono autorizzati a rimanere nell'alloggio nonostante lo sforamento.
LE COMUNICAZIONI
Dunque queste lettere sono di fatto delle comunicazioni di irregolarità cui seguirà un aumento del canone finchè non ci sarà l'effettiva presentazione del documento mancante.
Appena l'Isee corretto e conforme sarà presentato, torneranno a pagare quanto ricalcolato di quanto dichiarato. Nel caso invece l'importo sia superiore al tetto, avranno due anni di tempo per mettersi in regola. Come nel caso di un'eredità, o la liquidazione di un risarcimento. E solo dopo questo tempo, se continueranno a superare il limite, scatterà il procedimento della decadenza. In questo momento, pare che per il Comune di Venezia siano solo una trentina i casi di sforamento del limite e della conseguente perdita dei requisiti. «Stiamo contattando gli inquilini uno per uno, per sondare il motivo per cui l'Isee non è stato presentato - spiega l'assessore Simone Venturini - se accertiamo la buona fede l'assegnatario può stare tranquillo, perchè cercheremo di aiutarlo a produrre i documenti utili. In caso invece ci sia una voluta mancata comunicazione, e non siano previste le attenuanti dell'età e della disabilità, procederemo diversamente, come da normativa». Nel frattempo l'Ater ha anche fatto presente ai propri inquilini che è già possibile prendere appuntamento nei Caf per la compilazione dell'Isee del 2021, proprio per non trovarsi impreparati. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino