Battaglia in Atap: «Ci vogliono schiavi», il no degli autisti al cellulare aziendale

Battaglia in Atap: «Ci vogliono schiavi», il no degli autisti al cellulare aziendale
PORDENONE - «I cellulari? Vero che la trattativa va avanti da tempo, ma non è come l’ha raccontata il presidente dell’Atap, Gaspardo. La storia è...

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PORDENONE - «I cellulari? Vero che la trattativa va avanti da tempo, ma non è come l’ha raccontata il presidente dell’Atap, Gaspardo. La storia è ben diversa». In campo, dopo la lettera del presidente Atap che puntava il dito contro le organizzazioni sindacali per lo sciopero dell’altro giorno, Cristiano Danelon della Filt Cgil. Il sindacalista cigiellino, però, parla per tutti (Fit -Cisl, Faisa-Cisal e Ugl-Fna Autoferro) perché «su questa battaglia - ci tiene a sottolineare - siamo tutti uniti».


LO SCIOPERO
«La prima cosa che voglio dire - attacca - è che se allo sciopero di venerdì ha aderito circa il 90 per cento della forza lavoro significa che non sono “tre o quattro sindacalisti che vogliono creare problemi tirando per la giacchetta i dipendenti”. Significa, invece, che i lavoratori sono uniti e che hanno individuato un malessere profondo in questa azienda dalla quale se ne vogliono andare. E se ne vanno - spiega ancora Danelon - perché se oggi siamo ridotti in questa maniera, significa che gli autisti appena possono vanno da altre parti e di nuovi ne arrivano sempre meno. Se ne vanno via perché oramai in questa azienda sono saltati tutti i presupposti per lavorare in serenità visto che non c’è neppure la garanzia di stare in pace durante i turni di riposo visto che vengono chiamanti anche tre volte quando sono a casa. E se ne vanno anche perchè non c’è una visione futura dell’azienda, una volontà di lavorare in armonia e serenità. Ma da parte del vertice, c’è, invece, la scelta precisa di creare giorno dopo giorno sempre più stress a tutti».


I CELLULARI
«Confermo che la vicenda dei cellulari si trascina da tempo, ma evidentemente il presidente Gaspardo si è ben guardato dal dire che la questione era stata chiusa con un suo delegato a trattare quando lui era in ferie. Lui, però, quando è rientrato ha rimesso tutto in discussione perchè non era l’accordo che aveva in testa. Intanto gli autisti usano già il cellulare personale perchè serve per segnalare problemi, strade interrotte, rotture del pullman o altre segnalazioni. C’è un accordo che prevede il pagamento di 90 euro l’anno che il presidente ha deciso unilateralmente di decurtare in base alle assenze del personale, cosa che ovviamente non era prevista nel patto sottoscritto. In più gli autisti perm i cambi turno che sono parecchi, o per mille altre motivazioni, vengono ripetutamente chiamati anche tre quattro volte al giorno, pure in quello di riposo. Abbiamo detto che eravamo disposti a tenere una finestra di reperibilità con il cellulare acceso, magari un’ora prima del turno di avvio e un’altra ora alla fine, Finestra nella quale venivano fatte le comunicazioni. No. Il cellulare di servizio deve essere sempre acceso, anche quando sei a casa. Schiavi del loro cellulare. Non possiamo permettere - spiega Danelon - che venga introdotta surrettiziamente la reperibilità anche in turno di riposo».


LO STIPENDIO


«Gli oltre mille e seicento euro di cui parla il presidente Gaspardo a un autista di prima nomina, tornano ma sommando tredicesima e quattordicesima, Altrimenti siamo ben sotto. In più i nuovi arrivi, sempre meno, vengono assunti alla Sti, la controllata di Atap, dove non c’è il contratto di secondo livello come all’Atap e quindi lo stipendio è più basso. Infine qui non partecipa più nessuno ai bandi perchè 12 ore al giorno, straordinari su straordinari, nessun benefit come hanno altre aziende regionali, tiene lontani tutti che vanno altrove». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino