Venezia, asta illegale di terracotte del IV secolo a.c. Recuperate due ceramiche consegnate alla Soprintendenza di Archeologia

Venezia, asta illegale di terracotte del IV secolo a.c. Recuperate due ceramiche consegnate alla Soprintendenza di Archeologia
VENEZIA - Palazzo Ducale ha fatto da cornice questa mattina alla presentazione dell'indagine "Magna Grecia" condotta dai carabinieri del Nucleo Tutela...

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VENEZIA - Palazzo Ducale ha fatto da cornice questa mattina alla presentazione dell'indagine "Magna Grecia" condotta dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale che ha consentito di restituire alla Soprintendenza di Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna due ceramiche databili tra il IV e III secolo a.c. IV- III secolo a.c.

Due ceramiche recuperate

Si tratta di un askos e di un’anfora apuli probabilmente facenti parte di corredi funerari. Alla cerimonia, che si è svolta nella Sala Piovego di Palazzo Ducale, è intervenuta la presidente della Commissione Cultura del Comune di Venezia Giorgia Pea. Presenti il Prefetto di Venezia Michele di Bari, il comandante dei Carabinieri di Venezia Nicola Conforti, il Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'Area metropolitana di Venezia Fabrizio Magani, la referente in materia di beni archeologici per l'area "Educazione e ricerca" Cecilia Rossi.

“Questo ritrovamento è frutto di una sinergia che sta proseguendo da tempo e che ha come pregio la restituzione alla cittadinanza di manufatti che ci sono stati sottratti ma che tuttavia ci appartengono” ha sottolineato la presidente Pea. “Grazie all’intervento dell’Arma dei Carabinieri e di una rete di appassionati e amanti della cultura, questo oggetti ci vengono oggi restituiti. Come presidente della Commissione Cultura sono felice che si sia potuto portare a termine questa missione e auspico che iniziative del genere possano anche costituire un buon deterrente per coloro i quali pensano che sia ancora possibile compiere questo tipo di azioni”.

In seguito ad esami tecnico-scientifici effettuati, in cui si è provveduto a valutare classe ceramica, tipologia, produzione e dimensioni, entrambi i beni archeologici sono risultati essere provenienti da contesti archeologici ubicati in territorio italiano. L'ottimo stato di conservazione degli oggetti, è stato spiegato nel corso della conferenza, suggerisce una provenienza da contesti funerari, come parti di corredo. Le indagini sono state avviate a Venezia nell'agosto 2021 attraverso numerose verifiche via web, mentre i beni venivano posti in vendita all'incanto da una casa d'aste romana. In particolare, gli accertamenti condotti dai Carabinieri Tpc di Venezia hanno permesso di appurare che i reperti archeologici in questione, oggetto di varie alienazioni che hanno interessato anche l'estero, non erano all'origine accompagnati dalla necessaria documentazione attestante la legittima proprietà. Oltre al recupero dei beni descritti, le indagini hanno portato al deferimento all'Autorità Giudiziaria romana di otto persone per ricettazione di beni culturali.

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Il Gazzettino