SAN VITO - Prima asta deserta: il Comune ci riprova con un secondo bando, ribassando il prezzo d'affitto mensile delle Ostarie furlane. C'è l'ok della...
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LA DIRETTIVA
Il primo passo, mesi fa, quando la Giunta, dopo l'addio dell'ultimo gestore, aveva fissato le regole del nuovo bando per affidare la struttura, oggi chiusa, per 3 anni. «Scopo di questo locale, inserito nel contesto storico e culturale della cittadina - recita il bando - non è semplicemente quella di pubblico ristoro, ma anche punto di incontro e di socializzazione, in stretto rapporto con lo sviluppo delle attività di promozione turistica e culturale promosse dall'amministrazione, facendo conoscere San Vito e i suoi prodotti tipici». Per il Comune, il locale «Collocato all'interno del centro storico della cittadina - dice una nota dell'amministrazione retta da Antonio Di Bisceglie - può rivestire un ruolo centrale per la comunità, con ritorno per le attività economiche».
LA SVOLTA
Rispetto al bando emesso qualche anno fa, c'è una sostanziale modifica: gli eventi culturali non dovranno più essere organizzati da chi gestisce le Ostarie. Lo farà direttamente il Comune. Rispetto al primo bando (fine 2019) è stato stabilito di dimezzare il canone per la concessione dei locali, rispetto al valore indicato: ora la somma richiesta è di mille e 500 euro mensili. Chi se lo aggiudicherà dovrà provvedere a gestione, conservazione e manutenzione ordinaria delle opere e arredi esistenti al momento della consegna, fornitura e posa in opera degli eventuali arredi o attrezzature integrativi necessari per renderla funzionale. Dovranno essere rispettate le regole per la raccolta dei rifiuti. Il gestore avrà l'obbligo di condurre in proprio dell'attività, senza l'affidamento a terzi. Nel menu che verrà elaborato dal futuro gestore - che l'amministrazione conta di assegnare dopo il forte ribasso - ci devono essere ogni giorno almeno cinque piatti tipici della cucina friulana. Per la preparazione dovranno essere usati preferibilmente prodotti della filiera corta locale o presidi Slow food per una migliore valorizzazione del territorio, specificano dal Municipio. Non solo: niente plastica per le stoviglie, ma solo materiale ecosostenibile. Non dovranno essere installate slot-machine né altre tipologie riconducibili al gioco d'azzardo.
Emanuele Minca
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Il Gazzettino