Nasce #Arsenale2020: undici associazioni di categoria si alleano

I rappresentanti delle categorie
VENEZIA - L'unione fa la forza. Il vecchio adagio è stato ripreso pari passo dalle undici associazioni di categoria venete che si sono messe insieme per sentirsi...

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VENEZIA - L'unione fa la forza.
Il vecchio adagio è stato ripreso pari passo dalle undici associazioni di categoria venete che si sono messe insieme per sentirsi più forti nella programmazione economica regionale dei prossimi cinque anni. Da settembre, agricoltori e artigiani, ma anche sindacati e cooperative, hanno scelto di unirsi per arginare gli effetti di una crisi dirompente. Ieri all'Arsenale di Venezia Cisl, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Cia, Cna, Confesercenti, Confindustria, Confprofessioni e Legacoop hanno presentato il progetto "#arsenale2020 - il Veneto oltre i mondi dell'impresa, delle professioni e del lavoro insieme per il futuro della società e dell'economia veneta".


«Abbiamo scelto questo luogo perchè simbolo della produttività veneta - ha spiegato Ugo Campagnaro, portavoce unico dei vari soggetti- qui c'era l'industria principale della difesa, una sorta di relazione tra economia e diplomazia con un appello alla tradizione, che può essere una delle chiavi per uscire dalla crisi».
Una crisi che si affronterà grazie a sette tavoli tematici in cui si discuterà di impresa e lavoro, capitale umano, infrastrutture e scambi internazionali, territorio e sviluppo urbano, relazioni industriali, contrattazione e welfare, nuova architettura istituzionale e finanza.
Non a caso è previsto per ottobre prossimo un documento di sintesi in cui le associazioni propongano un programma di lavoro articolato e condiviso tra tutte le differenti realtà, in modo da accrescere la consapevolezza e l'impegno di tutti quanti.
Durante la presentazione di ieri è emersa anche la possibilità di creare una scuola per i dirigenti del domani: «Una delle riflessioni è cercare di dar vita ad una scuola comune per i dirigenti in grado di fornire un approccio in grado di confrontarsi con la politica, le istituzioni e gli stakeholders», ha continuato Campagnaro. Sarà quindi un percorso di analisi e ricerca su temi in cui si gioca la competitività del sistema-impresa, per arrivare anche a diventare interlocutori nella programmazione delle politiche regionali. Non a caso, ha spiegato Campagnaro: «Il progetto si propone di fornire proposte concrete anche in prospettiva alla fase che vede la Regione impegnata nella ricerca di una maggiore autonomia politica. Le categorie d'impresa possono offrire contenuti e priorità da gestire fin d'ora in ottica futura».
Ad entrare nella partita potrebbe essere anche Fondazione Nordest, anche se il direttore scientifico Stefano Micelli non si è sbilanciato, affermando come si tratti di un dialogo in via di definizione.
Allo stesso tempo questa unione è anche un atto d'autoaccusa: «Se una volta era automatico che un'azienda si associasse alla categoria, ora non è più così - proseguiva il portavoce - dobbiamo capire perché e assumerci le nostre responsabilità. Se manca il coraggio di cambiare, il rischio concreto si chiama fallimento. Dobbiamo fare squadra e tentare di percorrere un pensiero comune».
Campagnaro ha quindi fornito un quadro del Veneto: «Desideriamo porre al centro di tutto una programmazione unitaria che consenta un pensiero unico sull'economia di un territorio che da sempre si contraddistingue per produttività».

Infatti, dai dati di Unioncamere aggiornati al 31 dicembre 2015 si nota come il Pil regionale sia cresciuto dello 0,8%, con una prospettiva di raggiungere l'1,3% nel 2016.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino