VERONA - Era stata ricostituita in Veneto, dopo che il gruppo era stato sgominato in Puglia, una 'cellula' del clan camorristico barese Di Cosola, e in provincia di Verona...
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Dalle indagini è emerso che un affiliato al clan, operante in riva all'Adige da una ventina d'anni, aveva avviato e dirigeva il traffico di marijuana e cocaina dalla Puglia, che giungeva in Veneto tramite pacchi contenenti ricambi per automobili inviati con corriere espresso a ignari artigiani e meccanici, in particolare, oppure con corrieri che viaggiavano in pullman di linea, con biglietto andata/ritorno pagato dall'organizzazione.
«Per la prima volta è stata riscontrata in Veneto la presenza di un'associazione con radici nella camorra barese, con ulteriore tipo di infiltrazione, stavolta nel Veronese». Lo ha sottolineato il Procuratore distrettuale antimafia di Venezia, Bruno Cherchi, nel corso della conferenza stampa con cui è stato illustrato l'odierno 'blitz' antidroga nei confronti di affiliati al clan Di Cosola. L'approdo in riva all'Adige del clan barese, ha precisato Cherchi, «è avvenuto in seguito alle indagini pugliesi che avevano disarticolato l'organizzazione, con il trasferimento di alcuni soggetti in Veneto. Questi elementi si sono inseriti nel traffico di stupefacenti, organizzato in Puglia ma con terminale nella regione. Questo - ha sottolineato - ci deve far riflettere sulla capacità di dispersione delle organizzazioni criminali sul territorio, valutato più 'tranquillo'». La novità della presenza dei Di Cosola «ci allarma - ha proseguito Cherchi - perché dimostra ancora una volta che il territorio veneto è continuamente oggetto dell'attenzione di più soggetti criminali», facendo riferimento alle precedenti indagini della Dda che avevano scoperto presenze di gruppi legati a 'ndrangheta e camorra napoletana. «C'è la possibilità - ha quindi precisato - che anche gruppi criminali non particolarmente attrezzati, ma con canali di approvvigionamento e un flusso costante di droga, possano trovare un 'mercatò che permette facili guadagni». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino