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ROVIGO - Quando la sanità ti suona il campanello. E in Polesine lo fa con numeri sempre più importanti. Si chiama Assistenza domiciliare integrata ed è un servizio che garantisce assistenza e prestazioni socio-sanitarie, di carattere medico, infermieristico, riabilitativo e assistenziale, direttamente a casa del paziente, evitandone il ricovero ospedaliero e garantendone la permanenza nel proprio ambiente ambente di riferimento, minimizzando i disagi. Un’idea nata come contraltare del processo di progressiva deospedalizzazione, ma che ha inevitabili effetti positivi anche per chi si trova a ricevere cure all’interno del proprio contesto domestico, evitando lunghe ed estenuanti degenze. Non a caso è uno dei filoni di investimento del Pnrr, che vede stanziati 2,7 miliardi di euro per «aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare fino a prendere in carico, entro la metà del 2026, almeno il 10% della popolazione di età superiore ai 65 anni (in linea con le migliori prassi europee), rispetto all’attuale in media tra le diverse regioni italiane di poco inferiore al 5%».
I NUMERI
Ecco, come spiega Marcello Mazzo, direttore dei servizi sociosanitari dell’Ulss Polesana, che «nel 2021 i nostri servizi di assistenza domiciliare integrata hanno preso in carico 5.120 ultrasessantacinquenni, pari all’8,9% del totale, nel 2022 siamo cresciuti a 5.829». Un aumento del 13% che ha fatto crescere la copertura al 9,3% degli over 65. Ovvero a un passo dagli obiettivi che il Pnrr fissa per il 2026 e in una provincia con un tasso di invecchiamento in crescita, fra i più alti d’Italia. A dare ancor più la misura dello sforzo è il numero degli accessi, ovvero quante volte un operatore ha varcato la soglia dell’abitazione di un paziente. «Nel 2021 erano stati 115.976, nel 2022 sono saliti a 138.489, 22.513 in più, con un incremento di circa il 20%», aggiunge Mazzo. Rapportato alla dimensione giornaliera, significa 378 accessi al giorno.
Accanto a questo, poi, anche un altro servizio importante, quello delle Cure palliative domiciliari, prevalentemente rivolte a pazienti con neoplasie in forma avanzata, offrendo loro trattamenti finalizzati a permettere la miglior qualità di vita possibile, ovvero volti al controllo del dolore e degli altri sintomi che potrebbero insorgere negli stadi avanzati di malattia.
L’OBIETTIVO
Come rimarca il direttore generale dell’Ulss Polesana Patrizia Simionato, «l’assistenza domiciliare rappresenta sempre più un perno fondamentale della sanità territoriale e con questa consapevolezza dell’assoluta importanza delle cure di prossimità e dell’integrazione tra ospedale e territorio, la nostra azienda ha molto investito sull’assistenza domiciliare per rendere davvero la casa come un primo luogo di cura per i soggetti più fragili evitando loro l’ospedalizzazione, sia incrementando la propria dotazione di personale, in particolar modo di dirigenza medica con tre medici in più, nonostante le note difficoltà di reperimento dei professionisti che si registrano ovunque, ma anche investendo sul parco veicolare, così da offrire alle nostre equipe che si spostano da un capo all’altro del Polesine, mezzi adeguati. In particolare abbiamo comprato 48 nuove auto su un totale di 160 mezzi, tutte a doppia alimentazione, per ridurre consumi ed emissioni». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino