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TREVISO - Il colpo messo a segno da Loschi venerdì, alle prime luci dell’alba, ha avuto una prova generale due settimane prima. La banda, probabilmente la stessa, ha tentato di spaccare la vetrina laterale della boutique, in Rivale Castelvecchio, venerdì 1 dicembre. Stessa data, guarda caso. E stesso orario: alle prime luci dell’alba. Il vetro antisfondamento aveva resistito al primo assalto e l’allarme era subito entrato in funzione. La banda aveva rinunciato e, sulla vetrata della boutique, erano rimasti i segni a testimonianza della tentata effrazione. Le telecamere avevano ripreso tutto. «Pensavamo di aver scampato il pericolo. Invece, erano agguerriti. Ci hanno riprovato. Fortunatamente, il secondo sistema antintrusione, il fumogeno, ha impedito ai ladri di ripulire tutti gli scaffali. I danni, comunque, ci sono stati. Eccome se ci sono stati» commenta, il giorno dopo il furto, il titolare Paolo Loschi. La vetrina è stata ripristinata e nel negozio si respira l’aria del Natale. Non c’è traccia di quanto successo nemmeno 24 ore prima. Se non il muro in cemento armato leggermente piegato. Eppure, venerdì scorso, alle 5 di mattina, una Fiat 500 X, rubata poco prima, viene usata per sfondare la vetrina di Loschi. Questa volta, niente tentativi. L’auto come ariete e il vetro si accartoccia su se stesso. La banda ha libero accesso al negozio di firme, particolarmente apprezzato dalle trevigiane. Il film dell’assalto è registrato dalle telecamere, secondo per secondo. Tutto viene ripreso e dopo tre minuti dall’avvio della sirena antifurto, la vigilanza e le forze dell’ordine sanno già che tipo di auto è stata usata per il colpo. Sanno cosa cercare. Ma non dove trovarla.
L’AUTO RITROVATA
Infatti, la Fiat 500 X, verrà rivenuta molte ore dopo il colpo, nella nottata tra venerdì e sabato, abbandonata dai malfattori in un parcheggio pubblico poco fuori le mura cittadine, in viale Cacciatori del Sile. Sul veicolo, sottoposto a sequestro, sono in corso accertamenti finalizzati a raccogliere ulteriori elementi di interesse investigativo. Le indagini dei militari dell’Arma proseguono a ritmo serrato con il coordinamento della locale Procura della Repubblica. Mentre, all’interno della boutique ieri si stava ancora facendo la conta dei danni. «Poteva andare peggio. Un secondo antifurto - oltre a quello sonoro - ha bloccato i componenti della banda. Appena i ladri entrano nel negozio, infatti, si sparge un fumogeno che crea una nebbia fittissima all’interno. Non si vede davvero nulla» conferma Loschi. Tanto è vero che i malviventi, dopo aver arraffato borse, cinture e qualche capo di abbigliamento nel primo vano del negozio, a pian terreno, hanno cercato di salire le scale. E hanno provato a portare via anche la merce esposta nella vetrina laterale. Senza riuscirci. Hanno abbandonato un sacco proprio davanti alle scale per salire ai piani superiori.
IL SINDACO
Arriva anche il sindaco Mario Conte: «È una banda che viene di sicuro da fuori provincia. È il primo colpo del genere in un negozio posizionato nel cuore di Treviso. Dico, che non vogliamo abituarci. Sono episodi brutti, orribili se vogliamo, ma non hanno nulla a che vedere con il tessuto sociale cittadino. Basta guardare le strade piede di gente, le famiglie che hanno riempito la città. È questa la Treviso che mi piace».
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