AscoPiave, vince la Lega: la Rizzotto presidente

AscoPiave, vince la Lega: la Rizzotto presidente
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TREVISO - Vince una Lega che sembrava morta e sepolta, tagliata fuori dal cda, ma abile nel ricompattarsi dopo una notte e una mattinata di trattative frenetiche; si ferma a un passo dal successo pieno il Pd che ottiene due posti nel cda della Holding (mai avuti prima) ma vede sfumare il sogno della presidenza per un'insanabile divisione interna.




Escono sconfitti Gildo Salton e la sua squadra di sindaci «soci fondatori», quelli che aspiravano a un cda formato solo da chi, la galassia Asco, l'ha costruita mattone su mattone. Questo il quadro generale uscito da un'assemblea di Asco Holding surreale: liscia come l'olio la prima parte focalizzata sull'approvazione del bilancio e dei 13 milioni di euro da distribuire come dividendi; agitata quando si è cominciato a parlare di nuovo cda e i mal di pancia delle ultime settimane sono finalmente emersi. Un malumore che però ha partorito la nuova squadra chiamata a dirigere la Holding: Silvia Rizzotto come nuovo presidente, poi Loris Rizzetto, Roberto Cappelletto, Massimo Damini e Roberto Toffoletto. Cinque nomi - due della Lega (Rizzotto e Rizzetto), due del Pd (Cappelletto e Damini) e uno di Forza Italia (Toffoletto) - frutto di una trattativa a tratti feroce. Sconfitta invece la linea del Bim, quella tracciata da Riccardo Smuzski, sindaco di Santa Lucia di Piave, e da Riccardo Missiato (Spresiano) assieme all'ex presidente Gildo Salton.



Sono stati a un passo dal vincere tutto: hanno perso l'intera posta. Per mesi hanno messo assieme i 34 comuni del Bim. Hanno parlato, sottolineato la necessità di riportare dentro la Holding il peso del territorio da cui è nata e quei valori a loro dire ormai dimenticati. Erano anche riusciti a costruire la maggioranza necessaria a presentare una lista. Ma hanno dovuto ammettere la sconfitta quando, tra mercoledì sera e ieri mattina, hanno visto i sindaci Bim di Lega e Pd rispondere, uno a uno, a logiche diverse. Decisiva è stata l'azione di ricucitura del leghista Roberto Bet (Codognè) che ha chiamato a raccolta tutti i primi cittadini del Carroccio tentando di appianare le divergenze. Fondamentale è stata la decisione di Alberto Susana (Portobuffolè) di fare un passo indietro nonostante la pressione del Carroccio opitergino-mottense che l'avrebbe voluto a ogni costo dentro il cda anche contro il volere di gran parte dei colleghi. Uscito lui di scena, i primi cittadini leghisti si sono compattati abbandonando la linea Salton-Missiato-Smuzski. Una cosa simile è avvenuta nel Pd dove ha prevalso la visione dell'ex segretario provinciale Enrico Quarello, il mediatore, capace di superare la divisione sul nome di Cappelletto, sostenuto dall'attuale segretaria Lorena Andreetta.



Ha convinto il sindaco di San Biagio ad accettare la proposta più morbida lasciando la lista del Bim - dove sarebbe stato indicato come presidente ma con il rischio di non essere votato da una parte dei suoi - per andare dalla sua parte. Tutti passaggi e accordi sanciti ieri da un pranzo a Treviso tra Bet, Quarello e Fabio Chies per Forza Italia. All'inizio dell'assemblea la lista del Bim era già perdente. Missiato e Smuzski hanno provato a raddrizzare la barra con consultazioni volanti mentre il presidente uscente Giorgio Della Giustina illustrava un bilancio ricco con mai in passato. Alla fine Smuzski ha dovuto ammettere la sconfitta ma, come ultimo segno di protesta, ha abbandonato la sala prima del voto, seguito da una ventina di sindaci «fondatori». Alla nuova presidente Rizzotto il compito di ricucire la spaccatura. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino