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UDINE - Gli anni della formazione vissuti intensamente nel quartiere udinese di via Riccardo Di Giusto, negli anni Ottanta noto come il "Bronx", e poi una vita professionale profondamente e orgogliosamente ancorata ancora a quella realtà, per arricchirla con le tracce colorate della «Città della poesia», oggi che può raccontare una parabola evolutiva certamente positiva dell'area. Sono alcune tracce della biografia dell'artista Simone Mestroni che occorre conoscere per cogliere appieno il lavoro che sarà pubblicato il prossimo anno per raccontare la storia e la cronaca di uno dei quartieri che negli scorsi decenni ha maggiormente movimento le cronache cittadine. Spesso guardato e valutato dal di fuori e a debita distanza, ora potrà essere conosciuto attraverso la sensibilità di chi ha costruito se stesso in quelle strade, amandole per ciò che sono state e per quello che sono. Tanto che, è la cortesia che chiede più volte, quel quartiere sia identificato come "via Riccardo Di Giusto" e non come "quartiere Aurora", un nome che gli fu attribuito alla fine degli anni Novanta, attraverso un concorso comunale il cui vincitore abitava in tutt'altra zona, via Del Bon.
LA STORIA E LA MEMORIA
«Siamo via Riccardo di Giusto, con le sue luci e le sue ombre», rivendica Mestroni, prima di portare l'interlocutore, quasi per mano, alla scoperta di un progetto che ha già impiegato alcuni anni della vita del trentaquatrenne. «Via Riccardo Di Giusto porta in sé una storia che intriga ancora moltissime persone, ma nessuno l'ha mai raccontata in modo esaustivo spiega l'autore- .
I QUOTIDIANI SFOGLIATI
Per dirla in numeri: «Ho sfogliato 16.790 quotidiani, per individuare 544 articoli attinenti puntualizza e 220 di questi saranno inseriti nel libro a "illustrare" 34 interviste». Le figure degli intervistati sono molteplici: amministratori pubblici, agenti di polizia, assistenti sociali, fondatori del primo gruppo Ultras, autisti di autobus quando questi erano bersaglio di sassaiole e molte altre figure che dagli anni Ottanta hanno portato servizi o un contributo sociale al quartiere. «Menzione a parte aggiunge Mestroni per i due militari, uno di Varese e l'altro di Torino, che negli anni Ottanta furono coinvolti nei famosi "scontri tra riccardini e militari della caserma Cavarzerani". Li ho rintracciati con una tenace ricerca attraverso Facebook e le Pagine bianche». Nella maggior parte dei casi, comunque, si è trattato di persone che Mestroni, data la sua giovane età, non aveva avuto modo di conoscere e che quindi ha raggiunto in questa occasione per la prima volta. «Un lavoro faticosissimo, ma altrettanto curioso e affascinante», sottolinea. Il volume avrà per titolo «Via Riccardo Di Giusto - l'Aurora nel Bronx» e sarà pubblicato a metà 2024. «Bronx è a vecchia nomea di una realtà ormai finita sintetizza Mestroni -, mentre Aurora è il nuovo nome che è stato dato al quartiere e sul quale, personalmente, non convengo. Perché era e resta via Riccardo Di Giusto». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino