ROVIGO - Si firmava “Xanto Avelli da Rovigo”, ma la città ha scoperto solo negli ultimi 15 anni di avere dato i natali al celebre ceramista rinascimentale....
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A parlarne è stata la vicepresidente della Fondazione Rovigo Cultura, Elena Busson, affiancata dal sindaco Edoardo Gaffeo e dall’assessore regionale alla Cultura, Cristiano Corazzari, alla presenza del presidente della Fondazione Roberto Mazzoni e del consigliere Mario Andriotto. Il tutto ricordando, con una certa commozione, il primo grande promotore della scoperta di Xanto Avelli, colui che, insieme alla Fondazione Banca del Monte di Rovigo, ha fatto sì che la città possedesse almeno una delle opere dell’artista, il piatto “Ero e Leandro”, oggi in mostra nell’ala rinascimentale del museo cittadino: Andrea Pirani, artista, già dirigente del settore Cultura del Comune di Rovigo, venuto a mancare improvvisamente lo scorso settembre.
IL PROGETTO
«Il progetto – ha rilevato Busson - parte dalla considerazione che un approfondimento su Francesco Xanto Avelli, sulla sua produzione artistica e sul contesto nel quale è vissuto e ha operato, potrà arricchire quanto sin d’ora già indagato e pubblicato e una visione più ampia di un periodo storico-artistico importantissimo per l’Italia e l’Europa».
Entrando nel dettaglio, è stato costituito, un comitato scientifico che vede la partecipazione di prestigiose istituzioni: Accademia Raffaello di Urbino, Galleria Nazionale delle Marche, Museo internazionale delle Ceramiche di Faenza, Università di Ferrara, Università di Urbino, Museo dei Grandi Fiumi, Fondazione Banca del Monte. Per le attività di ricerca sono state finanziate dalla Fondazione Rovigo Cultura due borse di studio post-laurea con l’Università di Ferrara e con l’Università di Urbino. I risultati saranno esposti durante un convegno ai Grandi Fiumi che si terrà il 26 maggio a partire dalle 9.30 e un convegno a Urbino a metà ottobre. Dei due simposi saranno poi pubblicati gli atti.
ATTIVITÀ DIDATTICA
L’attività didattico-formativa ha invece coinvolto il triennio del liceo “Celio Roccati”, con la partecipazione dell’associazione Minimiteatri e dell’Università di Ferrara. Gli studenti di tre classi del triennio, indirizzo figurativo pittorico-plastico, architettura e grafica, hanno potuto conoscere Avelli e cimentarsi in rappresentazioni artistiche che saranno esposte e illustrate al Museo dei Grandi Fiumi a fine maggio, durante il convegno. Sempre nell’ottica di sensibilizzazione e collaborazione, la Fondazione ha coinvolto l’Istituto alberghiero di Adria, affidando agli studenti l’attività di accoglienza durante l’iniziativa. Infine per favorire la valorizzazione di Avelli, Rovigo Cultura ha prodotto un video la cui colonna sonora è stata appositamente composta da un allievo del corso di Musica applicata del Conservatorio Venezze.
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Il Gazzettino