Aste deserte, anni di abbandono: la cooperativa di Mellame nel degrado

Lo stabile fatiscente della ex cooperativa di Mellame
ARSIÈ All’interno c’è ancora la macchina del...

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ARSIÈ All’interno c’è ancora la macchina del caffè, ma da anni, la cooperativa di Mellame, in comune di Arsiè, è un edificio in stato di completo abbandono. Uno stabile fatiscente in via Garibaldi, sulla strada provinciale che attraversa il paese che rappresenta una ferita per coloro che ricordano gli anni d’oro in cui quello era un punto di ritrovo. LA STORIA Come tanti paesi Mellame aveva la sua bella cooperativa di consumo di generi alimentari e mercerie, oltre ad un annesso bar di ritrovo. Da anni chi gestiva per conto dei soci ha lasciato l’attività, quando c’è stata la diminuzione dei residenti. Una vicenda che ha colpito non solo le cooperative, ma anche i “casei”, che erano pure a regime cooperativo. Ma, a differenza del Casel di Melame che è stato restaurato diventando edificio comunale, della cooperativa resta solo un ricordo sgualcito. IL DEGRADO Lo stabile della cooperativa, non più rinnovato, ha preso il segno dell’età e del passare del tempo. In questi anni, 8 da quando sono state abbassate le serrande, nessuno è intervenuto. E ancora prima per lungo tempo nessuno ha investito nello stabile, se non il gestore privato, quando la coop non esiste più come centro di attività economica, con lo scioglimento nella grande cassa delle cooperative nazionali. Dopo la chiusura della cooperativa di Mellame con abbandono della gestione dei privati l’ente nazionale delle cooperative ha nominato un liquidatore, una grosso commercialista bellunese, che in questi giorni è morto, purtroppo. Aveva messo lo stabile all’asta un paio di volte senza risultato. Una signora in vista di Mellame racconta che una famiglia di brasiliani lo avrebbe comperato per pochi soldi, ma come spiegato dal liquidatore l’offerta era troppo bassa. LA SICUREZZA Attualmente è in condizioni precarie. Una vicina si è lamentata delle condizioni sia estetiche che di sicurezza, per eventuali problemi statici. Un paio di anni fa l’edificio è stato colpito da un vortice di vento e di pioggia che ha scoperchiato il tetto: era l’estate 2018 prima della tempesta Vaia. Il tetto allora è stato coperto con un telone per evitare infiltrazioni all’interno. Ma con il tempo anche lo stesso telone è finito nel degrado: ora è in cattive condizioni. Chi abita nelle vicinanze, inoltre, si preoccupa anche per qualche crepa apparsa sui muri. Lo stabile ad un lato ha la scalinata che scende sulla piazza della chiesa, dall’altra parte nelle vicinanze ha un parcheggio. L’AUSPICIO All’interno il locale del bar, che era stato anche rinnovato e ampliato, c’è ancora la macchina del caffè. In tanti sperano che si arrivi a una soluzione definitiva. Auspicano una vendita senza pretese. E visto che in paese il bar della Fusina è stato chiuso, dopo che la proprietaria Dori, signora affabile e gentile è andata in pensione, la speranza è che ci sia qualche giovane che accetti la sfida della cooperativa e riapra il locale. Valerio Bertolio © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Gazzettino