Coniugi in carcere a Zanzibar, cadono le accuse di riciclaggio: «Finalmente liberi»

Simon Wood e Francesca Scalfari al termine dell'udienza con i loro avvocati
PADOVA - «Le accuse di riciclaggio e frode sono cadute. Siete liberi». Dopo 16 giorni in carcere, privati di cibo, acqua e delle più basilari norme igieniche...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PADOVA - «Le accuse di riciclaggio e frode sono cadute. Siete liberi». Dopo 16 giorni in carcere, privati di cibo, acqua e delle più basilari norme igieniche quasi stentavano a credere che le parole del giudice avessero davvero messo fine all’incubo. La padovana Francesca Scalfari, 45 anni, e il marito britannico Simon Wood ieri sono usciti insieme, provati ma entusiasti, dal tribunale di Zanzibar. Era la terza mattina consecutiva che la coppia compariva davanti alla Corte per rispondere delle accuse mosse nei loro confronti per vari reati finanziari, frutto di una lunga disputa legale con gli ex soci bassanesi per lo Sharazad Boutique Hotel che oggi gestiscono sull’isola tanzanese.

Dopo due rinvii ieri è arrivato il pronunciamento tanto agognato, che ha disposto la scarcerazione. La difesa di Francesca e Simon (assistiti dall’Italia dall’avv. Manuela Castegnaro e a Zanzibar dai legali Omar Mmad Mwarab e Salim Mnkoje) ha deciso di procedere per gradi, affrontando prima i tre più gravi capi d’accusa di riciclaggio e frode che, non ammettendo la cauzione, li avevano fatti finire in carcere. «È stato quello che in gergo si chiama strike out, le accuse più gravi sono cadute – spiega Castegnaro – L’accusa non ha prodotto alcuna prova in merito. Il pm ha optato per l’Appello e ha chiesto che restassero in carcere fino alla fine del secondo grado, ma il giudice ha riconosciuto che non si sono mai sottratti alle loro responsabilità, non hanno mai provato a scappare, hanno fornito tutti i documenti richiesti. Siamo entusiasti».

Fra il folto pubblico di diplomatici, amici e sostenitori c’era anche Marco Scalfari, fratello di Francesca: «Liberi! Liberi! Liberi! Sono stremato ma mai quanto contento ed euforico per questo momento» ha commentato al termine dell’udienza. Ed euforici erano anche i due coniugi, tornati nell’hotel sulla spiaggia che da anni è la loro casa. Non hanno alcuna intenzione di andarsene e anzi, a breve potrebbero far tornare in Africa anche il figlio 11enne. «La vicenda non è chiusa. Sono fuori su cauzione per gli altri 10 capi d’accusa minori (5 per ognuno dei due imputati) – conclude l’avvocato – questi non comportano l’arresto perciò non sono ai domiciliari. Ora affronteranno il resto del processo, ma il dramma del carcere è fortunatamente alle spalle».

 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino