​Dal pensionato allo studente: tutti ai sexy massaggi, arrestata titolare

Dal pensionato allo studente: tutti ai sexy massaggi, arrestata titolare
MONFALCONE (Gorizia) - La titolare di un centro massaggi cinese è stata arrestata a Monfalcone e il cognato è stato indagato per favoreggiamento e sfruttamento della...

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MONFALCONE (Gorizia) - La titolare di un centro massaggi cinese è stata arrestata a Monfalcone e il cognato è stato indagato per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

 
Si tratta del centro “Hao Zai Lai” e la donna finita in manette è una 30enne nativa dello Zhejiang, ritenuta responsabile di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione in concorso con suo cognato, un 38enne anche lui cinese. L’indagine è stata condotta dalla polizia di Stato e dal Comando povinciale della Guardia di finanza, coordinati dalla Procura della Repubblica. Tutto è nato dal notevole afflusso di persone che frequentava il centro massaggi, esclusivamente uomini. È sorto così il dubbio che lì non si praticasse solo quello che l’insegna e le immagini orientaleggianti pubblicizzavano, cioè messaggi rilassanti, energizzanti, rivitalizzanti, il tutto in un ambiente tranquillo e discreto, ma anche dell’altro.

È stato sufficiente approfondire l’argomento sui social network per trovare postate immagini piccanti e frasi a effetto che di certo non sono sfuggite all’occhio “esperto” degli habitué delle prestazioni sessuali a pagamento, clienti di ogni genere, dal pensionato al professionista, dal semplice impiegato allo straniero e allo studente. La squadra mobile della questura e del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza hanno riscontrato la consuetudine della "piccola aggiunta" al prezzo del tariffario esposto per beneficiare di prestazioni sessuali di giovani cinesi, avvicendate periodicamente dalla titolare del centro massaggi per soddisfare i clienti.
 

Gli stessi clienti, fermati all’uscita dal centro massaggi, hanno esplicitamente dichiarato il motivo della loro visita al centro cinese di via Galilei, la prestazione ottenuta e l’importo corrisposto, sempre in contanti, per aggiungere “extra” con intese raggiunte molto semplicemente con le ragazze. Le condizioni di vita, l’orario di permanenza nei luoghi di lavoro, la salubrità degli ambienti e l’evasione fiscale sono solo alcuni degli aspetti ancora da approfondire per imputare precise responsabilità a chi gestiva il centro massaggi. È chiaro che l’indagine in corso sui diversi centri massaggi cinesi attivi in provincia ha fatto emergere un fenomeno di prostituzione a prezzi concorrenziali mal celato dalla pubblicità dei dépliant dove, come nel caso di via Galilei a Monfalcone, il beneficiario del massaggio è quasi sempre una donna che non si è mai trovata tra i clienti nel corso degli innumerevoli appostamenti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino