OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
ROVIGO - Per la morte di Rkia Hannaoui, 31 anni, originaria del Marocco, casalinga e madre di due bambini, spentasi il 29 marzo a causa della ferita provocata alla testa da un colpo di pistola esploso nella cucina del suo appartamento proprio da uno dei suoi figli, entrambi abbondantemente sotto i 14 anni, quindi non perseguibili, la Procura della Repubblica di Rovigo ha richiesto il rinvio a giudizio di Giacomo Stella, l'81enne vicino di Rkia, proprietario della pistola. Un'arma che Stella custodiva nel cassetto del comodino della propria camera da letto. Una pistola piccola, che sembra quasi un giocattolo. E forse tale è apparsa ai bambini, che andando a frugare in quel cassetto l'hanno presa e portata via. Che non si trattasse di un gioco è apparso tragicamente chiaro quando il più piccolo dei due fratellini, di appena 8 anni, ha premuto il grilletto, perché il proiettile è finito all'interno del cranio della madre, facendola cadere a terra priva di sensi, prima in coma per poi spegnersi poche ore dopo, senza mai riprendere conoscenza.
L'INCHIESTA
Una tragedia a molte facce. Una tragedia che dal punto di vista penale, apparentemente sembrerebbe senza colpevole per l'impunibilità del bambino. Ma la Procura ritiene che un ruolo decisivo l'abbia avuto proprio Stella, proprietario dell'appartamento al piano terra di via Fine dove Rkia viveva in affitto col marito e i bambini, occupando per sé quello al primo piano, che spesso faceva salire i piccoli a casa sua e che anche quel giorno li aveva accolti quando gli avevano chiesto una bottiglia di passato di pomodoro per farsi la pasta.
LA DIFESA
Una formulazione contestata dall'avvocato Franco Modena, che difende Stella e che già nei mesi scorsi, dopo che il 13 settembre il sostituto procuratore Maria Giulia Rizzo aveva inviato l'avviso di garanzia al suo assistito, aveva precisato come la pistola non fosse stata lasciata in un punto facilmente raggiungibile, bensì correttamente custodita: «La ricostruzione concorde di quel giorno è che i due piccoli siano saliti da Stella per chiedere della conserva di pomodoro perché la mamma voleva preparare il sugo. Mentre lui era distratto per recuperare la conserva, uno dei due si è intrufolato in camera, andando a frugare e rovistare. Dov'è che Stella avrebbe consentito al bambino di impossessarsi della pistola? Era ben nascosta ed è stata sottratta furtivamente. Poi, perché ci sia collaborazione colposa ci deve essere la consapevolezza di contribuire all'azione altrui: quale consapevolezza c'è stata in Stella di dare un contributo all'omicidio? A mio avviso un'incolpazione di questo tipo è prodotta dalla somma di tante, troppe, forzature, quasi che vi sia una necessità di individuare comunque un colpevole di questo doloroso omicidio che ha avuto un'ampia eco mediatica».
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino