Il giallo di Ariano. Il padrone di casa: «Rkia ha sbattuto la testa sul fornello ed è morta. E' svenuta perché digiunava, nessun proiettile»

Il giallo di Ariano. Il padrone di casa: «Rkia ha sbattuto la testa sul fornello ed è morta. E' svenuta perché digiunava, nessun proiettile»
ARIANO POLESINE - «È morta perché ha sbattuto la testa. È caduta perché è andata in svenimento. È caduta perché stava senza...

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ARIANO POLESINE - «È morta perché ha sbattuto la testa. È caduta perché è andata in svenimento. È caduta perché stava senza mangiare, per il Ramadan». Lo ha dichiarato il padrone dell'appartamento dove abitava Rkia Hannaoui, la donna di origine marocchina morta dopo essere stata trovata esanime in casa ad Ariano Polesine (Rovigo), e dalla cui Tac emergerebbe la presenza di un proiettile nel cranio. In una intervista al programma «Storie italiane» di Rai1 - di cui l'ANSA ha avuto un'anticipazione - l'uomo sostiene che «quello della Tac non è un proiettile. Ha preso l'angolo del fornello, verrà fuori quello. Chi vuoi che vada a sparare a quella ragazza che, poverina, non parlava con nessuno? Sono convinto di questo. Era una brava ragazza. È caduta perché stava senza mangiare. La mattina le dicevo "prendi un pò di caffellatte".  Barcollava perfino quando camminava».

La ricostruzione

Ricostruendo la vicenda, l'uomo ha raccontato che martedì scorso verso le 13.30 uno dei due figli della donna gli avevano chiesto del sugo di pomodoro. Circa mezz'ora dopo è stato richiamato dalle loro grida disperate, ed è entrato nell'appartamento trovando Rkia a terra. «Era distesa in terra, poverina - ha raccontato - la guardo, e non ha mica niente, non vedo niente; la muovo un pò, niente da fare e poco dopo si mette a rantolare». A quel punto ha chiamato i carabinieri e il 118. «(L'infermiera) l'ha piegata di fianco, e ho visto sangue, un pò di sangue per terra, ed è quando ha battuto la testa». Quanto alle armi sequestrate in casa, l'uomo riferisce che i Carabinieri gli hanno preso «quattro fucili», mentre sulla pistola afferma che «è una pistola buona, una 3.65», e che «ce l'hanno loro». Ma non ritiene possibile che sia stata maneggiata da uno dei bambini: «No, no - conclude - loro sanno che sono importanti quelle cose». 

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Il Gazzettino