Risale lo smog, in città circolano gli autobus più inquinanti della regione

Un mezzo dell'Atap di Pordenone
PORDENONE Il futuro si chiama biocarburante, nella speranza che un centro di distribuzione possa nascere - come da progetto - all’Interporto, quindi in città. Il...

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PORDENONE Il futuro si chiama biocarburante, nella speranza che un centro di distribuzione possa nascere - come da progetto - all’Interporto, quindi in città. Il presente invece è fatto di numeri, che testimoniano come all’interno del perimetro del capoluogo circoli il parco autobus meno ecologico della regione e del vicino Veneto, nonostante gli ultimi investimenti messi in campo da Atap abbiano consentito di limare il distacco con gli altri territori. E il dato stride con il fatto che anche ieri le centraline dell’Arpa del centro cittadino abbiano rilevato l’ennesimo sforamento delle polveri sottili di questo inizio d’anno. 

LA MAPPA
A Trieste, già dalla fine del 2018, è presente il più giovane parco autobus della regione, uno dei più “freschi” d’Italia. Di recente sono stati acquistati 33 nuovi mezzi Euro 6, cioè a basse emissioni, e il progresso continua. A Gorizia si è assistito addirittura alla sperimentazione relativa all’impiego di un autobus urbano a trazione completamente elettrica (i risultati sono contrastanti, ma tant’è), mentre a Udine l’anno scorso sono stati presentati i 21 nuovi autobus di Saf alimentati a metano (gas naturale compresso) e facenti parte della categoria Euro 6C, la più all’avanguardia in termini di emissioni nocive nell’atmosfera. Poi arriva Pordenone, dove i progetti ci sono ma dove la situazione attuale non è la migliore. Nel reticolo urbano, infatti, meno del 50 per cento dei mezzi è dotata della specifica Euro 6, quella cioè che grazie a un additivo da aggiungere al gasolio permette di ridurre l’inquinamento in fase di marcia dell’autobus. E sempre rimanendo entro i confini della città, due autobus fanno addirittura parte della categoria Euro 3, ormai abbondantemente superata. Gli Euro 6 sono 11, contro i 14 Euro 5 che visto il cambiamento delle normative europee tra qualche anno non potranno nemmeno più circolare quando si alzeranno i livelli di inquinamento. Già oggi, anacronisticamente, il piano “Respiriamo” che protegge la città dai picchi di smog non permetterebbe ai due autobus più vecchi di fare il loro “lavoro”. Gli Euro 6 pordenonesi, infine, sono 11, cioè meno del 50 per cento. Per quanto riguarda il trasporto extraurbano, poi, la quota di Euro 6 scende a un terzo del totale dei mezzi circolanti tra la montagna e la Bassa. 
I PIANI
Il recente appalto per il trasporto pubblico locale, essendo datato e andato in porto dopo ricorsi e contro-ricorsi, non prevede l’obbligo di provvedere alla sostituzione dei mezzi non ecologici. Ma anche a Pordenone i progetti per farlo in autonomia stanno nascendo. Lo ha confermato l’assessore comunale Cristina Amirante. L’intenzione non è tanto quella di approdare alla trazione elettrica, sulla quale pesano ancora i costi elevati delle batterie e della manutenzione, quanto quella di affidarsi al combustibile “bio”. «Una transizione - ha spiegato Amirante - che permetterebbe di modificare gli autobus esistenti senza per forza acquistarne di nuovi».

Infine c’è un contributo arrivato in Regione: consiste in 63 milioni di euro da spendere per rinnovare il parco degli autobus, per un importo annuo dal 2020 al 2033, di 4.291.871 euro.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino