«Si fermi! Lei è un mafioso»: l'assurda avventura di un architetto di Sacile

«Si fermi! Lei è un mafioso»: l'assurda avventura di un architetto di Sacile
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SACILE - (ms) È una vicenda che ha dell'incredibile e ancora tutta da chiarire quella di cui è stato protagonista un noto insegnante/architetto sacilese, fermato dalla polizia dopo inseguimento a sirene spiegate in una località del Cadore, dove si stava recando in vacanza con la moglie (dipendente dell'Azienda sanitaria), nella casetta che possiede nella zona di San Vito. L'accusa che gli sarebbe stata mossa è quella di essere non solo un mafioso, ma tra i 300 più ricercati in Italia, dato che nome cognome e anno di nascita corrispondevano con quelli in possesso degli agenti che lo avevano fermato. Alle sue rimostranze e rassicurazione sul fatto di essere una persona per bene il poliziotto ha replicato ricordandogli che tutti si difendono dicendo così! Ma non era ancora finita. Infatti nel corso del controllo sono emersi problemi anche con la proprietà dell'autovettura (una Bmw) che il sacilese è stato costretto a riportare a Sacile e a chiudere in garage che i carabinieri hanno poi provveduto a sigillare. Ora per poterla rimettere in strada il sacilese dovrà pagare entro 7 giorni 700 euro (cosa che gli è stato consigliato di fare salvo poi chiedere il rimborso). Alla base della vicenda si sospetta che i suoi dati siano stati clonati in sede di immatricolazione della autovettura. In sostanza un bel guai per il malcapitato, costretto a correre a destra e a manca per dimostrare di essere il legittimo proprietario dell'auto e di non essere un mafioso.
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Il Gazzettino