Confiscato tesoro archeologico clandestino trovato col metal detector

Confiscato tesoro archeologico clandestino trovato col metal detector
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UDINE - Si è conclusa con una condanna emessa dal Tribunale di Udine nei confronti di un 50enne di Arta Terme  una vicenda che ha visto coinvolto un appassionato di ricerche archeologiche con l'uso di metal detector, che ha collezionato un tesoretto di oggetti di rilevanza culturale. Ma l'attività era clandestina e i beni rinvenuti sono di proprietà dello Stato. Tutto inizia nel 2016 quando i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Udine hanno messo fine ad una attività illecita di recupero e scambio materiale esplosivo risalente al primo conflitto mondiale. A Gorizia, nel corso delle indagini, è stato individuato un vero e proprio arsenale composto da 85 ordigni bellici carichi e un migliaio di cartucce. Successivamente, ad Arta Terme, sono state sequestrate decine di monete di vario conio e dimensioni risalenti all'epoca romana e medioevale. L'uomo, di Gorizia, è stato arrestato per possesso illegale di ordigni esplosivi, mentre un secondo è stato denunciato.


Le indagini, inoltre, hanno consentito nel giugno 2017 di individuare e identificare una terza persona, anch'essa dedita alle ricerche archeologiche clandestine, nei confronti della quale sono emersi, grazie ad attività tecniche condotte sul materiale informatico precedentemente sequestrato, elementi di reità in relazione alla descritta attività illegale.


La Procura di Udine, a seguito dei risultati delle indagini del Nucleo dei Carabinieri Tpc di Udine, ha disposto, nei confronti di quest'ultimo, una perquisizione domiciliare che ha consentito di sequestrare una serie di reperti storico-archeologici illecitamente scavati e recuperati non solo in Carnia, ma in tutto il territorio regionale. Tra i beni culturali sequestrati vi erano un pugnale di epoca medioevale, 16 dardi di epoca romana, 18 monete risalenti al periodo della Serenissima Repubblica di Venezia, 9 anelli di epoca medioevale di provenienza cividalese, 41 palle di piombo di vari calibri per archibugio, 6 medaglie votive in ottene risalenti al XIX secolo e 2 metal detector, strumenti immancabili per effettuare le ricerche clandestine. All'esito del procedimento penale, instaurato presso il Tribunale di Udine, che ha portato alla condanna del ricercatore clandestino per 'impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato, i reperti sono stati confiscati per la successiva consegna alla Soprintendenza Archeologica, Belle arti e paesaggio dei Friuli Venezia Giulia di Trieste che ne disporrà l'assegnazione ad enti museali dello specifico settore, per la loro conservazione e valorizzazione.

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Il Gazzettino