Tavagnacco. Aquileia Capital Service, fumata nera sulla riduzione degli esuberi: a rischio 52 posti di lavoro

Aquileia Capital Service, fumata nera sulla riduzione degli esuberi: a rischio 52 posti di lavoro
  TAVAGNACCO - Una nuova fumata nera nel percorso di confronto fra le sigle di categoria e la proprietà di Aquileia Capital Service, società che si occupa del...

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TAVAGNACCO - Una nuova fumata nera nel percorso di confronto fra le sigle di categoria e la proprietà di Aquileia Capital Service, società che si occupa del recupero crediti con sede a Tavagnacco. Proprio per la sede friulana, infatti, l’azienda ha avviato la procedura di licenziamento per metà dell’organico.

OPPOSIZIONE

Ferma fin da subito l’opposizione dei sindacati, che hanno subito cercato sponda nelle istituzioni, dal Comune di Tavagnacco alla Regione, per cercare una soluzione alternativa che non mandi a casa i lavoratori.

IL TAVOLO

Si è chiuso senza passi avanti l’incontro di ieri del tavolo sulla crisi di Aquileia Capital Service, la controllata di Bain Capital con sede a Tavagnacco che ha avviato la procedura di licenziamento per 52 dei suoi 100 dipendenti. L’azienda, si legge in una nota unitaria firmata dai sindacati di categoria Fabi, First-Cisl e Fisac-Cgil, «non ha accolto le proposte avanzate dai sindacati con l’obiettivo di ridurre il numero degli esuberi, attraverso il ricorso alle misure previste dal contratto nazionale per la gestione di questo tipo di crisi». Tra le soluzioni ipotizzate, si legge nella nota, l’intervento sull’eventuale quota aziendale del premio di rendimento, il ricorso alle incentivazioni all’esodo anticipato volontario, il contenimento del lavoro straordinario e delle assunzioni, i contratti di solidarietà, la mobilità interna e la possibile assegnazione a mansioni diverse.

LE REAZIONI

«Tutti temi – spiegano i delegati Fabi, First e Fisac – che presuppongono una forte solidarietà tra i lavoratori in questa difficile situazione». Ma l’azienda, si legge ancora nella nota, «ha sostanzialmente ritenuto non percorribili queste ipotesi, in quanto ritenute mero contenimento del costo del lavoro». Totalmente divergente la posizione dei sindacati, che rilanceranno le proprie richieste nel prossimo incontro con i vertici aziendali, in calendario il 14 aprile.

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Il Gazzettino