La misteriosa grotta del dio Mitra, dove scorrevano acqua e sangue

Il mitreo di Duino Aurisina
DUINO AURISINA (Trieste) - Riapre la misteriosa grotta del dio Mitra, l'unica in Italia nella roccia, in ambiente naturale, sulle pendici del monte Ermada, a Duino...

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DUINO AURISINA (Trieste) - Riapre la misteriosa grotta del dio Mitra, l'unica in Italia nella roccia, in ambiente naturale, sulle pendici del monte Ermada, a Duino Aurisina; il sito (nelle foto) è stato recentemente messo in sicurezza dalla Soprintendenza Fvg e si può visitare il sabato dalle 10 alle 12, con partenza alle 9.45 dalla stazione della guardia forestale di Duino. 


La grotta, carsica, era frequentata già dal Neolitico; in età romana, dal II al V secolo d.C., è stata adattata a luogo di culto del dio Mitra; qui venivano sacrificati i tori. Il mitraismo è una religione salvifica, basata cioè sull’esistenza della vita dopo la morte, di origine iranica; è legata alla figura di un giovane che sacrifica un toro in onore del dio Sole: questa scena è rappresentata in due rilievi in calcare rinvenuti all’interno della grotta, assieme a un gran numero di monete e lucerne lasciate dai fedeli come offerte votive.
 


Significativa la collocazione del luogo di culto, in vicinanza delle risorgive del fiume Timavo, dove in epoca romana si veneravano il corso d’acqua divinizzato, Diomede e Saturno, in relazione ai quali si ipotizza anche la presenza di un tempio presso l’attuale chiesa di San Giovanni in Tuba. La grotta è stata scoperta nel 1963 da alcuni speleologi della Commissione Grotte; allora era colma di pietrame di grosse dimensioni che in qualche punto toccavano la volta.

Al centro della grotta si trovano due banconi paralleli e tra di loro un blocco di calcare, squadrato, su cui veniva spezzato il pane durante le cerimonie religiose. Qui sono state trovate moltissime offerte: circa 400 monete, la più antica delle quali fu coniata da Antonino Pio, 160 lucerne e un gran numero di vasetti, tutti databili tra il I e il V secolo dopo Cristo. Con l’avvento del cristianesimo e la proibizione dei culti pagani il tempio venne abbandonato e forse anche devastato; sulle rovine andarono a depositarsi, in 15 secoli, detriti e terreno organico.


Nel corso della prima guerra mondiale tutte le cavità della zona subirono adattamenti di vario genere, ma fortunatamente la caverna si trovava, per pochi metri, al di là della linea difensiva austriaca che correva lungo la ferrovia, sfuggendo così alla devastazione cui andarono incontro altre grotte di preistoriche.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino