Fvg. Approvata legge pilota sulla disabilità, il vicepresidente Riccardi festeggia: «serve garantire capacità di vita e non di sopravvivenza»

Approvata una nuova legge sulla disabilità
TRIESTE - Dall'istruzione all'inclusione lavorativa, dal...

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TRIESTE - Dall'istruzione all'inclusione lavorativa, dal diritto all'abitare al turismo, dall'accesso alla cultura al "dopo di noi". Abbraccia e regola i vari ambiti della vita quotidiana la legge quadro sulla disabilità approvata dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. Una legge «pilota a livello nazionale» - come l'ha definita il vicepresidente del Fvg con delega alla Salute, Riccardo Riccardi - che aggiorna la legge regionale 41 del 1996, introducendo «i principi di equità e uniformità» e focalizzandosi su due temi fondanti: «inclusione» ed «eliminazione delle differenze». Con l'intento di garantire «alle persone capacità di vita, non di sopravvivenza». Il provvedimento, composto da 32 articoli, inserisce le risposte ai bisogni delle persone disabili all'interno dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) ed è stato condiviso con i portatori di interesse prima di approdare in Aula. Approvata a larga maggioranza (unico astenuto Open Sinistra Fvg), la legge prevede interventi a favore dei portatori di disabilità e il riordino dei servizi sociosanitari in materia. In particolare, la titolarità dei servizi e degli interventi, prima di competenza degli enti gestori, sarà attribuita con decorrenza primo gennaio 2024 alle Aziende sanitarie. Sono oltre 53 i milioni stanziati nel 2024, di cui 51 destinati al riordino dei servizi. Il provvedimento introduce, tra le altre cose, l'Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità, il Piano regionale della disabilità e un portale ad hoc. «È una legge che guarda avanti», ha concluso Riccardi, «un punto di partenza» in vista dei provvedimenti attuativi. L'articolato, ricorda una nota del Consiglio regionale, promuove l'utilizzo di un linguaggio appropriato in tutte le leggi, atti e regolamenti regionali; sviluppa il sistema di promozione e sostegno alla domiciliarità, anche con il coinvolgimento delle Ater; sostiene l'inclusione scolastica e lavorativa anche con appositi accordi e il coordinamento delle politiche; favorisce la partecipazione delle persone con disabilità alla vita culturale, sportiva, turistica e ricreativa, con la «rimozione di ogni forma di barriera»; agevola l'autonomia «anche attraverso contributi agli enti pubblici, del Terzo settore e del privato sociale che gestiscono servizi di trasporto collettivo». È una legge, ha osservato il presidente della Consulta regionale delle associazioni delle persone con disabilità, Mario Brancati, «dalla quale ci si aspettano uniformi, eque e concrete risposte. La sua ricaduta dipenderà molto dalla forza dei numerosi atti che dovranno essere a breve predisposti, ai quali la norma rimanda, e da come il sistema territoriale evolverà nel far propri gli assunti culturali sui quali poggia la legge. Il lavoro non è ancora concluso»

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Il Gazzettino