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PADOVA - La Procura ha ipotizzato il reato di lesioni colpose aggravate sull'enorme masso staccatosi dalla gradinata in demolizione dello stadio Appiani, e piombato su un'auto in corsa in transito su via Marghera. Al momento il fascicolo, aperto dal pubblico ministero Silvia Golin, è a carico di ignoti. Gli inquirenti hanno avviato l'inchiesta una volta acquisita la documentazione da parte dei tecnici dello Spisal e del verbale di intervento della polizia locale. Ma altri atti saranno raccolti nelle prossime settimane.
Il 28 di marzo, intorno alle 14, gli operai della Brenta Lavori stavano demolendo una parte della gradinata lungo via 58. Fanteria. Il gigantesco braccio meccanico, con incorporata una ganascia, stava sgretolando la parte di struttura all'angolo con via Marghera. Quando un gigantesco pezzo di muratura è rimasto sospeso in aria grazie all'armatura d'acciaio del calcestruzzo e, oscillando come un pendolo, ha fiondato un masso di cemento sulla vicina via Marghera. In quel momento non c'era nessun operaio a regolare il traffico sulla strada a senso unico. Il blocco si è abbattuto come una bomba sopra una Lancia Musa a gas. Alla guida c'era una mamma padovana di 57 anni e con lei la figlia di quindici anni.
Il macigno, dal peso di circa 30 chili, ha distrutto il parabrezza, ma è poi "rimbalzato" a terra.
Il Gazzettino