Centinaia di presidi, dei quali 70 friulani, scrivono a Draghi: «Almeno 2 settimane di Dad, le scuole non sono posti sicuri»

Lezioni a distanza, chiedono i presidi
ROMA - Un appello urgente al Governo per la ripresa delle lezioni a distanza almeno per due settimane, rispetto alla riapertura delle scuole prevista per il 10 gennaio, firmato da...

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ROMA - Un appello urgente al Governo per la ripresa delle lezioni a distanza almeno per due settimane, rispetto alla riapertura delle scuole prevista per il 10 gennaio, firmato da centinaia di dirigenti scolastici, tra i quali una settantina di dirigenti scolastici del Friuli Venezia Giulia, vista la «situazione ingestibile» per l'aumento dei contagi tra i giovani per la variante omicron e «l'escalation di assenze» tra il personale della scuola. «Si tratta di una situazione epocale, mai sperimentata prima, rischiosa e ad oggi già prevedibile. Non è possibile non tenerne conto. Una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza (con l'attivazione della "dad", la didattica a distanza) per due settimane è sicuramente preferibile ad una situazione ingestibile che provocherà con certezza frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa», si legge nella lettera appello. «A pochi giorni dall'inizio delle lezioni dopo la pausa natalizia, durante la quale non ci siamo mai fermati, stiamo assistendo con preoccupazione crescente all'escalation di assenze - scrivono i dirigenti scolastici -. Abbiamo personale sospeso perché non in regola con la vaccinazione obbligatoria e, ogni giorno di più, personale positivo al Covid, che non potrà prestare servizio e nemmeno potrà avere, nell'immediato, un sostituto. Si parla di numeri altissimi, mai visti prima. Ci rendiamo conto che sottovalutare la prevedibile ed enorme mancanza di personale determinerà insolubili problemi. In un momento nel quale è necessaria almeno la minima sorveglianza delle classi (per non parlare della didattica, che risulterà in molti casi interrotta), non sapremo, privi di personale, come accogliere e vigilare su bambini e ragazzi. Altrettanta preoccupazione grava sulle probabili assenze del personale Ata. Ci troveremo nell'impossibilità di aprire i piccoli plessi e garantire la sicurezza e la vigilanza».

«Aggiungiamo, ma è cosa nota, che l'andamento del contagio - proseguono i dirigenti scolastici - con la nuova variante del virus colpisce come mai prima le fasce più giovani della popolazione, anche con conseguenze gravi, e che il distanziamento è una misura sulla carta, stanti le reali condizioni delle aule e la concentrazione degli studenti nelle sedi. Sappiamo che il virus si trasmette per aerosol e che l'ambiente classe è una condizione favorevolissima al contagio. A differenza delle precedenti ondate, già prima della sospensione natalizia abbiamo assistito ad un'elevata incidenza di contagi all'interno delle classi (alunni e docenti, anche se vaccinati). Il protocollo di gestione dei casi grava sulle aziende sanitarie, che non riescono più a garantire rapidità per i tamponi, con conseguente prolungato isolamento degli studenti e del personale».

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Il Gazzettino