UDINE - Una app alleata degli uomini che combattono contro i disturbi sessuali. E, in futuro, nelle intenzioni dei promotori, anche per aiutare le donne che hanno problemi legati...
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L'AVATAR
Come spiega Luca Chittaro, direttore del Laboratorio di Interazione uomo-macchina di Udine che ha realizzato l'app assieme al docente Stefano Burigat, l'applicazione ha un doppio volto per così dire. Da un lato, infatti, «abbiamo realizzato un avatar, un personaggio maschile tridimensionale, che fa da istruttore, insegnando all'utente come fare gli esercizi di chinesiterapia o di rinforzo del pavimento pelvico. Il personaggio animato ricorda anche quante volte al giorno fare gli esercizi e fa da coach nell'esecuzione». Per la seconda parte della app, invece, l'Hci Lab dell'ateneo friulano ha sfruttato l'esperienza accumulata nel campo della mindfulness (all'Università di Udine c'è anche un master in meditazione e neuroscienze). Così, invece di scrivere e cancellare su un foglio i pensieri più neri, per esempio, spiega Chittaro, questi si scrivono su una pergamena virtuale sullo schermo dello smartphone, che nella realtà illusoria dei byte è immersa nell'acqua: poi, come per magia, virtualmente s'intende, «si smuove l'acqua e i pensieri negativi svaniscono». Un piccolo movimento davanti al cellulare serve anche a far svaporare le nuvole della negatività sullo schermo.
LA RICERCA
Come spiega Optale, direttore del centro regionale veneto per i disturbi sessuali maschili e femminili dal 2005 al 2019 e oggi docente nel master in Sessuologia consulenza ed educazione sessuale all'università Iusve di Venezia, il prossimo passo, nelle intenzioni, è quello di aiutare anche l'altra metà del cielo. «Con i colleghi Chittaro e Burigat stiamo pensando di fare una app anche per le donne che hanno problemi ad arrivare al piacere. In questo caso è molto più complesso, perché le donne sono meno sensibili alle immagini rispetto agli uomini». Con i maschi, la ricerca fatta da Optale ha dimostrato che questa è la nuova frontiera. «Il campione era composto da due gruppi di 17 e 16 persone, di tutto il Veneto. C'è stato un arruolamento molto selettivo, perché i pazienti dovevano avere caratteristiche molto simili. Tutti hanno seguito un percorso di psicoterapia, con un'immersione nella realtà virtuale per superare i problemi legati alla sessualità». Il terapeuta a tutti assegnava anche dei compiti per casa: «Il gruppo di pazienti con la app, invece di cancellare le frasi negative con cui le persone si mortificano da un foglio fisico con la gomma, le cancellava sul telefonino. La app è stata di notevole aiuto per superare questo tipo di problemi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino