Stefano Byloos senza limiti: il record del mondo di apnea in lago è suo

Stefano Byloos
ADRIA - Il 32enne adriese Stefano Byloos ha conquistato nel fine settimana scorso, nelle acque del lago di Garda, a Punta San Vigilio, la cosiddetta Portofino dello specchio...

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ADRIA - Il 32enne adriese Stefano Byloos ha conquistato nel fine settimana scorso, nelle acque del lago di Garda, a Punta San Vigilio, la cosiddetta Portofino dello specchio scaligero, il nuovo record mondiale Cmas di free immersion apnea in lago. Byloos, in forza alla società Y-40 di Montegrotto Terme, in occasione dei tentativi organizzati dal Club Subacqueo Scaligero, è sceso a meno 72 metri. Record anche per la sua compagna di avventura Francesca Scolari (assetto costante con monopinna): -52. I giudici internazionali Cmas presenti, il libanese Marwan El Hariri e il polacco Radoslaw Gaca, hanno convalidato le due eccezionali misure. Al termine del doppio tentativo, i due atleti sono stati sottoposti ai controlli antidoping, necessari per ottenere l'omologazione del primato mondiale da parte della Cmas.

RINGRAZIAMENTI E OBIETTIVI
«Sono il detentore del record mondiale di immersione libera in lago con 72 metri - commenta il fresco primatista del mondo iridato - ma non mi fermo qui, punto a nuovi obiettivi. Devo ringraziare tutto lo staff ed i miei compagni di avventure: Pietro Antolini, Rolando Solfa e Francesca Scolari. Grazie ad Y-40 The Deep Joy per avermi concesso di allenarmi seriamente e a Gena LaCoste e Gian Melchiori per le riprese. Un sentito ringraziamento va al super coach Federico Mana e Moving Limits per avermi condotto verso nuovi limiti permettendomi di migliorare la compensazione e portandomi a centrare l'obiettivo. Ringrazio Simone Innocenzi, Max Tavernari e Stefano Innocenzi per la straordinaria muta tecnica per free immersion, oltre a Giorgia Mazzucato per avermi supportato e sopportato oltre a tutte le persone che mi sono state vicine. Il record è stato il coronamento di tanti sacrifici».


Come è nata questa passione?

«Me l'ha trasmessa, da bambino, mio padre Enrico. Ogni estate in Sicilia mi portava con lui in acqua. Mia madre però aveva paura ed ha insistito perché frequentassi un corso di apnea».

I suoi primi passi?

«Con il Delta Sub Adria. Poi mi sono trasferito a Rovigo con il Crs e per migliorarmi ancora sono approdato a Montegrotto in una realtà di soli agonisti. Ho fatto anche parte, anni fa, di un progetto nazionale per giovani talenti e sono istruttore Ssi».

Sacrifici?

«Tanti. Ma ne valeva la pena »
 

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Il Gazzettino