Focolaio in casa di riposo, un'altra morta, i parenti «Non è stata protetta»

Ancora un decesso alla Padre Kolbe di Pedavena
IL CASO PEDAVENA Un’altra anziana ospite della padre Kolbe deceduta, Armida Tieppo, vedova Prigol di Celarda, Feltre: aveva 93 anni. Un’altra giornata nera nella...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
IL CASO
PEDAVENA Un’altra anziana ospite della padre Kolbe deceduta, Armida Tieppo, vedova Prigol di Celarda, Feltre: aveva 93 anni. Un’altra giornata nera nella struttura che sta diventando il focolaio e la vera emergenza in provincia, dopo gli allarmi che c’erano stati nelle case di riposo di Puos d’Alpago, Santa Croce del Lago e Mel. In meno di una settimana i contagi tra i residenti del comune di Pedavena hanno superato quota 50, con decine di nuovi positivi. Questo è l’unica cifra che è disponibile. Non c’è il numero esatto dei contagi nella struttura e dei decessi (che da un calcolo basato sulle morti trapelate in questi giorni potrebbero essere almeno 4), perché anche ieri, nonostante le ripetute telefonate e messaggi è stato impossibile parlare con la direttrice Roberta Bortoluz o con il sindaco Nicola Castellaz. Di sicuro la situazione nella struttura di via è critica e ieri i residenti alla vista del viavai di ambulanze hanno temuto il peggio. Come sono in apprensione i parenti degli ospiti, che in alcuni casi sono costretti a chiedere su Facebook notizie della situazione all’interno della struttura.

LO SFOGO

Da una settimana la situazione è precipitata. Qualcuno è riuscito a parlare con il proprio caro tramite videochiamata, dopo aver appreso che era positivo. Così anche i parenti di Armida, l’avevano sentita al telefono sabato prima di Pasqua. «Ancora non si sapeva che era positiva - spiega la nuora ed ex infermiera Gabriella Turrin - poi il ricovero a Feltre e infine a Belluno: ieri mattina la notizia che era morta». «Siamo molto arrabbiati - dice Gabriella - è morta sola come un cane, aveva paura. Siamo anche rimasti male, ci aspettavamo che almeno la direttrice ci chiamasse. Invece nulla. È da due mesi che non la potevamo vedere, perché la struttura è stata chiusa alle visite poco dopo metà febbraio, ma non hanno fatto i controlli e i tamponi a chi dentro ci andava per lavoro e così è partito il contagio. È inutile aumentare le rette per fare ascensori scale e chiese, andavano seguiti e invece sono stati abbandonati. E quando abbiamo chiesto perché li facevano mangiare insieme, ci hanno risposto: “signora non creiamo allarmismo”. Forse se li avessero protetti...».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino