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CHIOGGIA - E' caduta senza lanciare un grido: un volo dal poggiolo al quarto piano del condominio in cui abitava, a circa 10 metri di altezza, finito con un tonfo sull'asfalto della strada. E' morta sul colpo Maria Ines Bellemo, ex insegnante di 76 anni, vittima probabilmente, della sua personalità forte e riservata, della sua voglia di indipendenza che, a quell'età ormai avanzata, la vedeva ancora condurre una vita attiva, tra la parrocchia, le incombenze quotidiane e i rapporti, un po' distaccati, ma sempre cortesi e rispettosi, con i vicini di casa.
Ieri mattina, 30 giugno, verso le 9.30 si era messa a pulire i vetri delle controfinestre del suo terrazzo. Era salita su una sedia di plastica da giardino e aveva cominciato a darci giù con il detersivo e gli stracci. Qualche mezza pioggia di questa estate siccitosa e la sabbia della vicina spiaggia di Sottomarina avevano sporcato gli infissi e lei non voleva lasciarli così. Ma, forse un traballamento della sedia o, più probabilmente, un malore, visto che non si è sentito un grido, le ha fatto perdere l'equilibrio e precipitare al suolo.
IL RICONOSCIMENTO
Il primo riconoscimento l'ha fatto un vicino di casa, che abita nello stesso condominio, che ha informato i carabinieri, giunti sul posto per i rilievi del caso, i quali hanno avvisato il figlio della signora, Amedeo. Sono bastati pochi minuti per capire cosa fosse accaduto: il racconto dei vicini, il sopralluogo nell'appartamento (ancora chiuso a chiave dall'interno) e il ritrovamento, sul terrazzo, della sedia e degli stracci che la signora voleva usare per pulire i vetri. La disgrazia ha lasciato attoniti vicini e conoscenti, abituati a vedere la signora che, ogni giorno, con discrezione e continuità, attendeva alle sue faccende. Maria Ines era stata insegnante ai Cavanis, non ai corsi professionali ma alla sezione della media Pascoli che vi era ospitata e, di questo suo passato da insegnante aveva conservato le caratteristiche: il linguaggio corretto e mai banale, le conoscenze di cultura generale ampie e ben radicate. «Si sentiva che era una persona istruita e abituata a parlare per farsi capire», dicono i vicini. Vedova di uno degli ex proprietari dell'hotel Pineta, sul Lungomare di Sottomarina, si era trasferita in quell'appartamento da meno di un anno, ma si stava attrezzando per renderlo il più possibile a sua misura. Aveva acquistato una Smart, con la quale si muoveva in città e aveva anche installato degli automatismi sulla porta del garage per rendersi più semplice l'accesso. La sua frequentazione principale, quasi tuti i giorni, era la chiesa del quartiere, nella parrocchia del Buon Pastore. Con i vicini era sempre cortese e gentile ma le sue conversazioni non vertevano mai su problemi personali o familiari. Una riservatezza che si riscontra anche nella scelta di vivere da sola, con l'unico aiuto di una collaboratrice domestica che, però, ieri non era presente (non è chiaro se avesse un giorno libero o se dovesse arrivare più tardi) al momento della disgrazia. Forse se l'incombenza di lavare i vetri Maria Ines l'avesse lasciata alla colf, il tragico incidente non sarebbe accaduto.
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Il Gazzettino