Morta in casa di riposo cadendo dalle scale: condannate le due dirigenti

La casa di riposo Guizzo Marseille dove morì una 95enne cadendo dalle scale
VOLPAGO DEL MONTELLO - Quattro mesi pena sospesa. Questa la sentenza inflitta ieri, con il rito abbreviato, alla 58enne Barbara Militello e a Marta Lotto, 47 anni,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

VOLPAGO DEL MONTELLO - Quattro mesi pena sospesa. Questa la sentenza inflitta ieri, con il rito abbreviato, alla 58enne Barbara Militello e a Marta Lotto, 47 anni, rispettivamente direttrice e coordinatrice della casa di riposo Guizzo-Marseille di Selva del Montello dove, il 10 aprile 2018, avvenne l’incidente mortale in cui perse la vita Adriana Bortolotti, la pensionata 95enne, originaria di Bergamo, deceduta dopo un giorno di ricovero in ospedale per le conseguenze della caduta dalle scale. 


Nei confronti delle due operatrici socio sanitarie Lisa Sollemi 47 anni (difesa dall’avvocato Alessandra Nava) e Viviana Micalizzi 41 anni il gup Gianluigi Zulian ha invece disposto il rinvio a giudizio. Il processo inizierà il 20 giugno 2022. 

I FATTI
Quella mattina di tre anni fa Adriana era stata preparata per scendere in soggiorno e sistemata su una sedia a rotelle, di quelle a spinta assistita, alla quale era stata opportunamente assicurata con le cinghie di sicurezza. Le operatrici in servizio in quel reparto, che avrebbero dovuto accompagnarla, l’avrebbero però lasciata in corridoio da sola, in prossimità del vano scale, per occuparsi dell’igiene di altri pazienti. E proprio in quel lasso di tempo si era consumata la tragedia. 
L’anziana si sarebbe infatti sporta fino a raggiungere il corrimano, sul quale si sarebbe aggrappata trascinandosi fino alle scale e finendo col cadere con la sedia che, contesta la Procura “era priva di sistemi di frenata”. L’anziana precipitò sette gradini più sotto.
Il pubblico ministero Mara De Donà, titolare delle indagini, contestò subito la “colpa generica” perché chi la doveva sorvegliare avrebbe “per imperizia e imprudenza, omesso di sorvegliare la Bortolotti, nonostante le sue precedenti e frequenti cadute, consentendo così che si trascinasse fino alle scale dove è caduta”.

LA COLPA
La dirigente Militello, difesa dall’avvocato Giovanna Bertolani, per il sostituto procuratore era invece responsabile per “colpa specifica” perché non avrebbe “valutato adeguatamente i rischi di caduta per la presenza della scala, non adottando misure che impedissero l’autonomo accesso da parte degli anziani” e per non avere “predisposto un modello organizzativo e procedurale di gestione, movimentazione e sorveglianza in sicurezza degli ospiti”. La 56enne, avrebbe “tollerato o colposamente ignorato una prassi in base alla quale gli ospiti venivano lasciati in corridoio da soli mentre le operatrici si occupavano degli altri anziani, senza assicurarsi delle condizioni di pericolo e sicurezza degli stessi”.


Una prassi che però, si difendono le operatrici, sarebbe stata adottata per far fronte alla carenza di personale di cui soffriva la casa di riposo.

 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino