ROVIGO - Rodigino sequestrato per tre ore dalle forze speciali della Polizia a Kiev. Una disavventura che resterà per sempre nella mente di Antonio Monesi, noto...
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«Eravamo nel bar adiacente al locale dove avevamo consumato una piacevole cena, quando siamo stati letteralmente presi in ostaggio dalla polizia per circa tre ore, senza alcun motivo» racconta l'imprenditore. Il rodigino si trovava nel Paese dell'Est Europa da qualche giorno per motivi di lavoro, che spesso lo spingono all'estero per concludere importanti affari internazionali.
«A un certo punto, mentre stavamo chiacchierando, sono entrati questi uomini completamente vestiti di nero, con il volto coperto da una specie di passamontagna che lasciava intravedere solamente gli occhi. Avevano le pistole puntate e hanno iniziato a urlare. Non conosco il russo, quindi non capivo cosa dicevano, ma ho visto che tutti gli altri avventori si distendevano a terra e così l'ho fatto anch'io».
Momenti di terrore perché «vista la situazione, sapendo che l'Ucraina non è un paese proprio tranquillo, temevo fosse chissà quale milizia armata pronta a fare un attacco - spiega Monesi - Invece, poi, dopo 10 minuti a terra, ci hanno fatto risedere al nostro tavolo e ho potuto vedere dei numeri identificativi sulla divisa. A quel punto ho capito che non erano terroristi e uno dei nostri amici ucraini mi ha spiegato che si trattava di forze speciali della polizia».
Per quale motivo sia avvenuto un blitz così violento, Monesi non lo sa: «Quando è finito tutto mi sono rivolto all'ambasciata italiana. Mi hanno detto che ieri sera (martedì, ndr) c'era una partita di Champions League tra la Dinamo Kiev e Besiktas, una squadra turca, e sono avvenuti dei disordini. Possibile, dunque, che la polizia stesse cercando qualcuno tra i tifosi violenti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino