Provvedimenti interdittivi antimafia per tre imprese: collegamenti con i Maffei di Catania

Raffaele Grassi prefetto di Padova
PADOVA - Tre provvedimenti interdittivi antimafia sono stati emessi oggi dal prefetto di Padova, Raffaele Grassi, ad altrettante imprese della provincia operanti nel settore...

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PADOVA - Tre provvedimenti interdittivi antimafia sono stati emessi oggi dal prefetto di Padova, Raffaele Grassi, ad altrettante imprese della provincia operanti nel settore del commercio all'ingrosso, per le quali sono emersi collegamenti con la famiglia mafiosa Mazzei «Carcagnusi» di Catania. L'istruttoria dei provvedimenti è stata svolta del Gruppo Interforze Antimafia, costituito dal Prefetto Grassi e composto da rappresentanti di Prefettura, Questura, Comando provinciale Carabinieri, Comando provinciale Guardia di Finanza e Direzione investigativa antimafia, sulla base di un'inchiesta della Procura della Repubblica di Rovigo che a marzo hanno già portato all'emissione di diversi provvedimenti cautelari.

L'interdittiva antimafia è un provvedimento di carattere preventivo che limita la capacità giuridica delle società destinatarie, relativamente ai rapporti con la pubblica amministrazione e in particolare ai rapporti contrattuali e a quelli riguardanti il rilascio di concessioni ed erogazioni.

Le imprese destinatarie dei provvedimenti svolgono attività di commercio all'ingrosso senza iscrizione alla Camera di Commercio, eludendo così i controlli antimafia previsti a monte. «Le interdittive antimafia notificate in data odierna - commenta Grassi - sono il risultato di un'attenta analisi del contesto economico padovano e di azione sinergica delle istituzioni giudiziarie e amministrative preposte alla tutela della legalità, attraverso l'applicazione di strumenti appositi previsti dall'ordinamento. L'attenzione verso questo fenomeno è massima e ha l'obiettivo di escludere e di recidere ogni tipo di rapporto con settori della pubblica amministrazione che possano essere inconsapevolmente aggrediti da gruppi criminali mafiosi».

 

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Il Gazzettino