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BORCA DI CADORE - A Cancia di Borca di Cadore si vive più tranquillamente grazie al completamento del primo stralcio del progetto per la mitigazione del rischio frana dalla zona del nodo idraulico di Forcella Salvella Bus del Diau, sotto l'Antelao.
IL PROGETTO
Ieri la presentazione ufficiale dell'imponente opera realizzata in due anni per una spesa di 4 milioni 135 mila euro, consegnata dall'impresa che l'ha realizzata in anticipo sul termine fissato. Sotto la pioggia la visita al cantiere con il sindaco Bortolo Sala ad illustrare la zona e lo stato dell'arte; il sindaco di Borca è noto per la schiettezza, ha detto «la sicurezza non è mai garantita al 100% ma quest'opera consente di mettere parzialmente in sicurezza l'abitato di Cancia, è un intervento imponente ed importante che ci consente di dire che stiamo meglio di prima, ovviamente i lavori devono andare avanti».
I PRECEDENTI
Già perchè si è concluso il primo stralcio ma altro andrà realizzato su quel versante tanto pericoloso quanto imprevedibile. L'evento più drammatico è quello del luglio 2009, si verificò una colata di circa 50mila metri cubi, trattenuta solo in parte dalle opere provvisorie realizzate in precedenza, con la tracimazione dalla vasca terminale di una ingente quantità di miscela altamente fluida che investì alcune abitazioni causando due vittime e molti danni.
LA NUOVA BRIGLIA
L'opera inaugurata ieri è composta dalla briglia frangicolata del tipo Sabo dam, progettata in Giappone è la prima costruita in Italia. Si tratta di una struttura di trattenuta in cemento armato, all'interno della quale sono inseriti elementi in acciaio alti circa 6 metri: solo questi che trattengono i massi più grandi della colata. È realizzata a monte della ridisegnata confluenza tra il Bus del Diau e la colata detritica e serve a fermare la parte più consistente della frana prima che raggiunga la componente liquida, si interrompe così quell'unione fra elementi che tanti danni ha prodotto nel tempo. In contemporanea è stata fatta la deviazione Bus del Diau, ovvero il prolungamento del canale per uno sviluppo complessivo di 330 metri circa, dove scorre la parte liquida delle colate, che termina con tre salti di fondo, l'ultimo dei quali arriva alla vasca di dissipazione dell'energia del canale in ingresso. Il sistema funziona, in corso d'opera lo si è potuto sperimentare. Nel 2020 sono stati numerosi i fenomeni temporaleschi che hanno attivato le colate testando sul campo la validità del progetto. Questo il primo stralcio perchè l'importo complessivo del progetto è pari a 7.500.000 euro, ergo si attendono altri lavori. Lo ha detto Massimo Bortoluzzi il consigliere provinciale con delega in materia, assicurando «siamo partiti con la progettazione del secondo stralcio» affidato all'università di Padova. Il presidente della Provincia ha rivendicato il ruolo dell'ente, Roberto Padrin: «Quest'opera rientra nelle nostre competenze, noi dobbiamo proteggere i nostri cittadini e i nostri territori e continuare con le opere di prevenzione». E pensando alle risorse in arrivo da PNRR auspica che «gran parte di quelle risorse vadano alla difesa del suolo perchè dobbiamo salvare la montagna, dobbiamo mettere in sicurezza un territorio fragilissimo che ha sempre bisogno di interventi». All'inaugurazione erano presenti anche i rappresentanti della Protezione civile, volontari che da anni presidiano i fronti di frana a garanzia della sicurezza generale.
Il Gazzettino