Bottacin: «Dal 2030 stop alle discariche in provincia di Belluno»

rifiuti abbandonati
BELLUNO - Chiuse, per sempre. Le discariche bellunesi, sono tre attualmente sulle sette nel Veneto, nel 2030 non vedranno più il via vai di camion. Tutti i rifiuti...

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BELLUNO - Chiuse, per sempre. Le discariche bellunesi, sono tre attualmente sulle sette nel Veneto, nel 2030 non vedranno più il via vai di camion. Tutti i rifiuti finiranno inceneriti in termovalorizzatori. E una delle novità nella strenna di fine anno di Gianpaolo Bottacin, assessore ragionale all’ambiente, dissesto idrogeologico e protezione civile. Con altre buone nuove per la terra bellunese: laghi non più prosciugati, kilowatt trasformati in soldini che entreranno nella cassa dell’ente Provincia, fiscalità di vantaggio ai blocchi di partenza.



LA FOTOGRAFIA
Ieri, nella sede del Genio civile di Belluno, l’assessore Bottacin ha messo nero su bianco il già fatto nel 2021 e il da farsi nel 2022. Con una premessa che ha il sapore della commozione: «Il 20 agosto è morto Paolo Saviane, per me un fratello che ho cercato di sostituire al meglio nel suo progetto a favore della montagna». Il riferimento è alla fiscalità di vantaggio per ridurre lo spopolamento. Si tratta della possibilità di avere incentivi o sconti fiscali per chi vive nelle nostre valli: «Questo aspetto è stato aggiunto nel testo di legge sulla montagna grazie alla disponibilità della ministra Gelmini».

LAGHI MAI PIÙ A SECCO
Da Santa Croce al Centro Cadore, ma non solo. Vedere i laghi senza l’acqua porta tristezza agli occhi, ma anche danno al turismo. Tra due giorni i nostri laghi non si svuoteranno, parola di Bottacin: «È stato concluso un accordo con l’Autorità di Bacino, caso unico in Italia, per un’applicazione graduale delle nuove modalità e anche perché ci sia la possibilità di rivedere il bilancio idrico dei vari fiumi della regione. Questo ha scongiurato che, con il nuovo anno, i laghi di montagna si svuotassero e si ampliassero i problemi per il mondo agricolo e per il comparto turistico». Altro accordo – definito “epocale” dall’assessore - riguarda l’energia elettrica “gratuita”: «In aggiunta ai canoni idrici, potremo trasformare i kilowatt in entrate a vantaggio della Regione e della Provincia di Belluno». All’Ente che ha sede a Palazzo Piloni e che già incassa circa 15milioni di euro dai canoni idrici “arriveranno milioni di euro, cifra precisa non ancora quantificabile, e rimarrà in provincia». Questa la spiegazione: già con l’inizio del 2022 i produttori di energia idroelettrica, sulla base della legge regionale approvata, dovranno cedere gratuitamente 220 kilowattora per ogni kilovatt di potenza in concessione o il corrispettivo in termini economici. Un solo paletto verrà posto dalla Regione Veneto all’Ente Provincia: «Il vincolo è di usare i fondi a vantaggio del territorio negli ambiti socio-sanitari, educativi e scolastici, ambientali e di Protezione civile».

RIFIUTI ECCELLENTI

Il Veneto è, in Italia, prima per efficienza nella raccolta differenziata. La terza o quarta in Europa, con plauso di Lega Ambiente e Ministero della Transizione ecologica. Per il 2030 si punta all’84% di differenziata e all’abbandono del ricorso alle discariche e a nessun nuovo termovalorizzatore (oggi ne esistono tre: a Schio, Padova, Marghera). A tal proposito Bottacin non nasconde l’orgoglio per una sua lotta personale, con sostegno dei carabinieri del Noe, contro la facilità di trasformare rifiuti solidi urbani in rifiuti speciali, agevoli da portare fuori regione: «Ora non basta più dare una mescolata e cambiare il codice». Dall’aria inquinata della pianura ai bacini di laminazione e alle bonifiche ambientali: a livello veneto sono molti altri gli interventi a cui l’Assessorato ha fatto fronte. Un’ ultima considerazione vale come augurio: stop alla burocrazia che fa da freno. Porta un esempio limite lo stesso Bottacin: «Per fare una briglia nel bosco occorre chiedere l’autorizzazione al Ministero della cultura. Con i ritardi che ne conseguono».

 

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Il Gazzettino