Addio ad Annita, 95enne signora dei libri: fino all'ultimo nel suo negozio

Annita Tarantola con Enzo Biagi durante uno dei mille incontri con gli autori nella sua libreria
BELLUNO - Attaccata ai libri, fino all'ultimo. Tanto da sfidare i suoi 95 anni per andare a farsi firmare l'ultimo di Gennaro Sangiuliano su Hillary Clinton. Era sabato...

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BELLUNO - Attaccata ai libri, fino all'ultimo. Tanto da sfidare i suoi 95 anni per andare a farsi firmare l'ultimo di Gennaro Sangiuliano su Hillary Clinton. Era sabato sera, solo cinque giorni fa. Annita Tarantola - Annita con due enne, teneva a precisare - è morta martedì. Per la città di Belluno ha rappresentato l'emblema della libreria intesa come luogo di scambio di idee, non solo negozio dove si acquistano volumi. Il 15 febbaio aveva compiuto gli anni. Ne andava orgogliosa: «Lo stesso giorno di Galileo Galilei».


Annita, bellunese di nascita che si diplomò all'istituto magistrale cittadino, visse per poco tempo anche a Conegliano e Treviso. Era a Treviso, dai futuri suoceri, proprio durante il bombardamento nell'aprile del 1944. Stava per sposarsi con Alessandro Tarantola, stesso suo cognome. E stesso nome e cognome del nipote che oggi porta avanti la tradizione libraria di famiglia a Belluno. Si era fatta fare un vestito lungo di seta che non mise mai: la sartoria, per le bombe, era crollata. In chiesa ci andò semplicemente in gonna e giacca. Ma finalmente arriva il 19 marzo 1950 quando Annita e il marito Alessandro aprono in piazza dei Martiri la loro libreria. Ci passano Dino Buzzati, Indro Montanelli, Sandro Pertini, Gianpaolo Pansa, Enzo Biagi. E cento altri amici scrittori.


La famiglia Tarantola è originaria di Pontremoli, paese dove si tiene il Premio Bancarella. E del Premio Annita è per anni colonna portante, giudice colto e severo. Ma non c'è da stupirsi visto che la famiglia, in quello che fu il Granducato di Parma, vede girare i Tarantola venditori di almanacchi e libri già nell'Ottocento. Annita di quella terra eredita la battuta pungente che non risparmia nessuno. La mescola alla tenacia bellunese. Ad una indipendenza di testa che le permette, nella scelta dei libri, di non farsi suggestionare dalla pubblicità: sa annusarli, ne carpisce la forza. E solo allora li consiglia ai clienti. Perché Annita i libri li amava e li ama. Tanto che ogni settimana, fino alla scorsa, si faceva vedere nella libreria di via Roma. Che ieri ha chiuso per lutto. L'ultimo saluto alla libraia di Belluno è fissato per venerdì alle 14 in Duomo da dove la salma proseguirà per il cimitero di Prade.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino