L'amore impossibile con il conte Loredan, il terrorismo, la rinascita in Germania: addio Anna

L'amore impossibile con il conte Loredan, il terrorismo, la rinascita in Germania: Anna Pivetta se n'andata a 82 anni
MONTEBELLUNA - Adesso Anna Pivetta è pronta a ritrovare quello che, come diceva lei, è stato «l'unico vero grande amore» della sua vita, il conte...

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MONTEBELLUNA - Adesso Anna Pivetta è pronta a ritrovare quello che, come diceva lei, è stato «l'unico vero grande amore» della sua vita, il conte Piero Loredan dell'omonima villa di Venegazzù, morto nel '94. Se n'è andata all'una di notte di giovedì 9 luglio a Montebelluna colei che tra gli anni 50 e 70 rese celebre la storica dimora volpaghese, ideando con il compagno i vini Falconera e Capo di Stato e ospitando personaggi illustri come Pietro Germi e Giovanni Comisso.


Malata da tempo, le sue condizioni erano peggiorate nell'ultimo mese. Avrebbe compiuto 82 anni il prossimo 8 agosto. Ad assisterla, la badante e l'ex vicesindaco di Caerano Simone Botti, con cui era nata una sincera amicizia e che giovedì notte è accorso nella casa in via Duse a Montebelluna alla notizia dell'aggravamento dell'anziana. Di lì a poco è spirata, venendo così rispettata la sua volontà di spegnersi nella propria abitazione. I figli Barbel e Andreas, avuti dall'ex marito Arno Rueger quando la Pivetta era titolare del ristorante Falconera sul lago di Costanza, sono in arrivo dalla Germania dove vivono. Ieri, nell'appartamento di via Duse in cui è stata allestita la camera ardente, si sono susseguite le visite di amici e nipoti della donna. 

L'ADDIO ALL'ITALIA
A contraddistinguerla, in vita, un carattere forte e la capacità di assumere decisioni talvolta molto difficili. Come nel 1972, quando lasciò Venegazzù per cominciare un'altra vita in Germania dopo aver scoperto che il conte Loredan, con cui conviveva dagli anni 50, trascurava l'azienda per perseguire l'ideologia neofascista conducendolo ad avvicinarsi al terrorismo nero. Le frequentazioni con Freda e Ventura, sui quali gravò poi l'accusa di aver progettato la strage di Piazza Fontana, fecero optare Anna Pivetta per un addio doloroso, ma da lei ritenuto necessario vedendo il conte intento a sperperare il denaro guadagnato con sacrificio per finanziare un'ignobile causa. 30 anni in veste di cuoca nel suo ristorante tedesco, poi il ritorno a Montebelluna nel 2015

IL RIENTRO
La delusione nel ritrovare una realtà ben diversa rispetto a quella che lasciò nel 72 ma anche nuove amicizie, passioni condivise e il persistente amore per la cucina. Così Anna Pivetta ha vissuto gli ultimi 5 anni di un'esistenza che le ha regalato gioie e dolori. 
Nel dicembre 2010 pubblicò la sua storia, Ritratto in nero, che raccontava la Treviso degli anni 60, delle feste dei nobili, degli artisti e degli uomini di cultura (Mazzotti, Maffioli, Peggy Guggenheim ) ma anche degli anni cupi del terrorismo. L'8 agosto 2018, per la festa dei suoi 80 anni, volle attorno a sé gli affetti più cari per una serata di allegria in un agriturismo ai piedi delle colline del Prosecco a Valdobbiadene. L'ultimo anno è stato il più sofferto a causa dell'incedere della malattia, aggravatasi a giugno. Nonostante ciò, fino a pochi giorni dalla morte, aveva conservato la giovialità e il desiderio di uscire in paese accompagnata in carrozzina. Del resto, lei non aveva paura della morte, talvolta ne parlava in modo sereno, definendola una tappa obbligata del nostro cammino. I funerali si terranno, in forma civile, lunedì 13 luglio alle 15 in Villa Spineda a Venegazzù. Ci sarà anche la banda che suonò in occasione dei suoi 80 anni. 


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Il Gazzettino