Il Pd nella bufera per il "caso Bigon" La consigliera: «Nulla di cui pentirmi»

Il Pd nella bufera per il "caso Bigon" La consigliera: «Nulla di cui pentirmi»
Pentirsi di essere rimasta in aula e con la sua astensione aver fatto bocciare la legge sul fine vita? «Con il mio voto sono stata all'interno di quelli che sono i...

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Pentirsi di essere rimasta in aula e con la sua astensione aver fatto bocciare la legge sul fine vita? «Con il mio voto sono stata all'interno di quelli che sono i principi del Pd, non vedo di cosa dovrei pentirmi». E se la buttassero fuori? «Ne prenderò atto». Ma intanto, attraverso l'agenzia di stampa Ansa, avverte: «Se il Pd mettesse in discussione i miei incarichi, sarebbe una sanzione bella e buona. E senza motivo. A meno che non venga messa in discussione la pluralità nel Partito Democratico, ma questo significherebbe la fine del Pd». Il fatto è che ad Anna Maria Bigon, la consigliera regionale veronese del Partito Democratico finita nell'occhio del ciclone per aver votato in maniera difforme dal resto del gruppo sul suicidio medicalmente assistito, gli incarichi le sono già stati tolti, visto che il segretario provinciale dei dem di Verona, Franco Bonfante, l'ha destituita dal ruolo di vice. Una decisione autonoma del Pd locale, hanno fatto sapere i livelli regionali e nazionale. Ieri più di qualcuno si aspettava un intervento della segretaria nazionale. Che non c'è stato. Di Elly Schlein agli atti restano le parole pronunciate a Gubbio, più di una settimana fa: «Il voto della consigliera veneta del Pd è una ferita». Ma il partito, dal Veneto all'emilia Romagna fino alla Toscana, è in tumulto.


LE RIUNIONI
Ieri Anna Maria Bigon ha tenuto il consueto appuntamento mensile "Finestra sulla Regione" su Zoom, una trentina i convenuti che hanno trattato temi che spaziavano dalla sanità ai rifiuti. Solo al termine dell'incontro è arrivata la domanda: «Perché ti hanno tolto la carica di vicesegretaria?». «È stato a seguito del voto in consiglio regionale, una decisione del segretario, ma ci sarà una discussione e vedremo come sarà affrontata», la risposta. La riunione in questione è quella della direzione provinciale del Pd di Verona, convocata da Bonfante per il 5 febbraio. Il timore è che si tramuti in un "processo". Già gira voce che parte del partito - la componente che fa capo a Guerini e Delrio - possa non partecipare. Sarebbe un segnale politico forte. Dopodomani, intanto, ci sarà la riunione della direzione regionale con il segretario veneto Andrea Martella, all'ordine del giorno "Analisi della situazione politica nazionale e regionale", ma è indubbio che dal Medio Oriente all'autonomia differenziata si arriverà anche al fine vita. Tema, tra l'altro, già trattato dal segretario con i consiglieri regionali con l'esclusione tassativa di qualsiasi sanzione visto che il partito consente su temi delicati come il suicidio assistito la libertà di coscienza. Ma nella mail che Bonfante ha mandato a Bigon per comunicarle la revoca della delega di vicesegretaria, non si escludono ulteriori provvedimenti: «Con riserva di altre decisioni a seguito della riunione della direzione provinciale». A meno che i provvedimenti non riguardino lo stesso Bonfante.


LE REAZIONI
Sulla questione ieri è intervenuto il sindaco dem di Rimini Jamil Sadegholvaad: «Confesso di non condividere per nulla la decisione del Pd di Verona di punire la consigliera Anna Maria Bigon per la sua astensione sul voto della legge veneta del fine vita». Nove consiglieri regionali dem della Toscana hanno chiesto alla segretaria Elly Schlein «di difendere il diritto alla libertà di coscienza sui temi etici e di garantire il pluralismo culturale come sempre è stato fatto nel Pd».


A difendere Anna Maria Bigon anche il centrodestra. Il senatore di FdI, Raffaele Speranzon: «Con la revoca dell'incarico a Bigon viene smascherata la presenza di qualche rigurgito di intolleranza all'interno del partito pronipote di quello comunista. Non vorremmo poi che questa vergognosa decisione fosse figlia della cultura del patriarcato». «Evidentemente - ha aggiunto il politico meloniano - non c'è spazio per i cattolici nel Pd». Solidarietà dal consigliere regionale di Forza Italia Alberto Bozza: «Ipocrisia Pd, democratico solo nel nome». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino