Anna Leone: «I miei tatuaggi per chi vuole nascondere ferite e incidenti»

Anna Leone all'opera
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FONTANIVA - Una predisposizione naturale scoperta fin da giovanissima ed affinata nel tempo. Non è assolutamente figlia d'arte, e da una quindicina d'anni, le sue opere non sono più su tele o pareti, ma sui corpi grazie ai tatuaggi. Un'ancestrale espressione dell'assoluto che lei considera come tale nel rapporto con i suoi clienti, in particolare dopo interventi chirurgici anche di una certa importanza.


«Il tatuaggio non è un vezzo, ma un percorso dell'anima, dell'essere, in un determinato momento della propria vita - spiega Anna Leone nel suo Lion tattoo studio, in via Dante - mi sono avvicinata quasi per gioco a questa forma di espressione artistica. Una sorta di sfida personale, la tela è diventata la pelle. Ovviamente con la dovuta preparazione».

LA LUNGA CARRIERA
Anna Leone è stata allieva del maestro d'arte Oscar Nalin, ha studiato a Padova, ha realizzato varie opere, poi i tattoo. «Secondo me il pittore è un maestro, non esiste una categoria d'arte. Necessita saper disegnare, conoscere la simbologia, le proporzioni, strutturare un'ombra, avere chiaro il lettering. La cosiddetta bravura la vedi nella realizzazione reale. Nei tatuaggi non puoi sbagliare. Devi essere preciso al millimetro. Ogni opera che realizzo è un pezzo unico». Sta proprio nel rapporto tra tatuatrice e persona che si rivolge a lei, che Anna Leone esprime tutta la sua sensibilità d'artista.
«Ci sono ovviamente i cataloghi con i vari disegni, ma il mio approccio è quello di capire prima di tutto il motivo della scelta di volersi fare un tatuaggio - è doveroso dirlo - una volta fatto non si riuscirà mai a cancellare del tutto. Poi si passa alla definizione del disegno che il più delle volte è una creazione in base al racconto di vita che mi fa la persona. Quindi opera tanto personale quanto unica». Le persone che si siedono alla poltrona di Anna Leone raccontano di una storia d'amore terminata oppure che si vuole rendere ancora più forte con un tatuaggio, di una persona cara che non c'è più, oppure vogliono rendere indissolubile l'affetto con il proprio amico a 4 zampe, ma ancor più rivelano una ferita dell'anima o del corpo per un intervento chirurgico.


«I tatuaggi più belli sono quelli dopo un grande dolore e sono curativi. Vengono da me donne operate al seno alle quali disegno il capezzolo che sembra reale, cicatrici chirurgiche scompaiono all'interno dei disegni. Ma anche chi trova nel tatuaggio il senso per superare un intervento pesante. Nel tatuaggio ogni linea ha un preciso significato. É essenziale per chi fa questo lavoro conoscere la simbologia, anche del disegno più semplice. Ad esempio la rosa si pensa sia il fiore dell'amore. Non è così, l'amore puro è rappresentato dal tulipano. Ricordiamoci che è il subconscio che sceglie ed è proprio questo il percorso che io desidero fare. Mi è capitato di dire varie volte di no, non c'entra il fatto che il lavoro sia pagato, se non lo sento anche mio non lo eseguo».


É la dimostrazione dell'amore puro di Anna Leone per l'arte. Non a caso è stata fondatrice dell'associazione artistica fontanivese Monnalisa, per adulti, ma soprattutto per i bambini, la cui attività purtroppo si è interrotta con la pandemia. «L'arte è una forma espressiva assoluta a cominciare dai giovanissimi - spiega - ed ancor più per le persone che possono avere delle difficoltà o dei limiti. Riescono a raccontarsi e raccontare con creazioni strabilianti. Anche il tatuaggio è arte pura, non ti sporca, cosa che tanti ancora pensano. Il tatuaggio fa parte del nostro essere umani. Potevano farli solo le persone dallo spirito nobile, la storia racconta che solo i puri potevano tatuarsi. Il tatuaggio più particolare? Quello che devo ancora fare».
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Il Gazzettino