Più di cento nel solo Agordino. Più di mille nell’intera provincia di Belluno. È questo il numero di caprioli e cervi morti nel corso dell’ultima...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LA RELAZIONE
«Ad esempio nel territorio comunale di Colle Santa Lucia, con l’arrivo della primavera, prati e boschi hanno restituito trenta bestie morte, ben cinquanta quelle trovate a Selva di Cadore. D’accordo con i rispettivi sindaci, alcune le abbiamo interrate, altre sono state lasciate a decomporsi nell’ambiente – spiega Colleselli – come può accadere in natura; altre sono state smaltite con le ditte interessate a recuperare le pelli. Abbiamo avuto però l’attenzione di non abbandonare dei capi in prossimità dei paesi e dei sentieri. Non lo possiamo fare sia per questioni igieniche sia per non inficiare il movimento turistico». Su questo punto, che è molto importante e vede i circa 400 soci iscritti alle 15 diverse riserve coinvolti non come cacciatori, ma nella tutela dell’ambiente, la decisione assunta è stata quella di aprire un tavolo che coinvolga sia la Provincia sia la Regione. Soprattutto per non rimanere spiazzati da un altro inverno simile.
LO SMALTIMENTO
Altro punto all’ordine del giorno è stato quello dello smaltimento dei cascami, cioè dei resti, pelle e ossa, dei capi uccisi dai cacciatori. «Una volta esisteva un sistema che ora non è più valido – spiega Colleselli – e quindi oggi bisogna attrezzarsi. Da questo punto di vista Luchetta ha dato la propria disponibilità a trovare una soluzione con la Valpe, la società che per conto dell’Unione gestisce la raccolta e la gestione dei rifiuti. I cacciatori dell’Agordino, ribadendo il loro impegno di presenza attiva sul territorio e nella società locale, hanno a loro volta dato la disponibilità per risolvere un altro problema: «Seppure in numero inferiore rispetto ad altre zone della provincia, anche noi abbiamo il problema degli animali morti o feriti in maniera irreparabile dopo lo scontro con automobili. Da parte nostra, siamo disponibili a intervenire come Riserva di caccia, ma dobbiamo avere la garanzia che questa nostra azione sia permessa e tutelata a tutti i livelli».
IL PROPOSITO
Infine, nella riunione tenutasi nella sede dell’Unione montana, sono state presentate alcune iniziative tese ad aumentare la sicurezza dei cacciatori e degli stessi cittadini, con esercitazioni di sparo collettive in presenza di esperti ed istruzione ai cacciatori sugli obblighi di legge per il rispetto delle distanze da strade ed abitati. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino