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BELLUNO - Danni sempre più elevati, battaglie sempre più complicate per ottenere il risarcimento. È un fenomeno inarrestabile quello degli investimenti di fauna selvatica in provincia. La media un anno fa era di un incidente al giorno sulle strade Bellunesi. Un numero che sicuramente è aumentato. La Regione Veneto, che ha dettato precise regole per richiedere i risarcimenti, parla di 500 denunce all'anno di sinistri con fauna selvatica. Questa fotografia però riguarda solo i casi per i quali l'automobilista decide di procedere. E quando si arriva in giudizio spesso c'è un rimpallo di responsabilità tra enti.
IL CASO
La Provincia si è costituita in questi giorni nel procedimento per il risarcimento danni che c'è in Tribunale a Belluno contro la Regione Veneto ritenuta responsabile per il sinistro avvenuto nel Feltrino il 27 maggio 2022. La denuncia è dell'automobilista che a causa di un capriolo sbucato lungo la strada provinciale 27 in località Rasai di Seren del Grappa e prodotto danni al veicolo quantificati in complessivi 7.979,45 euro.
LE REGOLE
La fauna selvatica, patrimonio dello Stato, è per legge affidata in gestione alle Regioni. Per questo motivo, se un animale selvatico ha provocato dei danni a persone o a cose è possibile chiedere alla Regione sul cui territorio è avvenuto il fatto un eventuale risarcimento in quanto ritenuto civilmente responsabile. Ma spesso le richieste non sono prive della documentazione richiesta, con conseguenze sulla tempistica. Gli interessati (parte danneggiata, o suo rappresentante legale) possono presentare denuncia di sinistro con contestuale richiesta di risarcimento, compilando in ogni sua parte e sottoscrivendo con firma autografa l'apposito modulo che si trova sul sito della Regione Veneto. Sarà un legale dell'Avvocatura Regionale a valutare il diritto al risarcimento.
LA MAPPA
Tra le strade più frequentate dalla fauna selvatica, da "bollino rosso", ci sono la statale 51 e l'Agordina. Nel capoluogo invece bisogna stare attenti sulla strada statale 50, nelle località Cusighe e La Rossa (zona aeroporto), la zona di Levego, la frazione di Salce, il Boscon, il tratto stradale che collega Belluno e Visome.
IL CONTROLLO
Intanto nei giorni scorsi Palazzo Piloni ha varato il disciplinare tecnico per il controllo del cinghiale in provincia. Sono incaricati agli interventi gli operatori indicati dalla legge e gli operatori muniti di licenza per l'esercizio dell'attività venatoria, espressamente autorizzati dalla Provincia. Le uscite di controllo sono attuate secondo le disposizioni ed il coordinamento della Polizia provinciale e sono consentite previa comunicazione trasmessa alla Polizia provinciale a mezzo e-mail, sms, WhatsApp o altre modalità informatiche stabilite dalla Provincia. La Polizia provinciale può sempre motivatamente negare l'uscita.
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Il Gazzettino