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MESTRE - Un mistero ancora insondabile, la mente della 33enne Angelika Hutter che, il 6 luglio scorso, ha travolto e ucciso con la sua Audi una famiglia di Ca’ Solaro in vacanza a Santo Stefano di Cadore, uccidendo il piccolo Mattia Antoniello, di due anni, al suo papà Marco di 47 e la nonna materna Maria Grazia Zuin di 64, che stavano camminando sul marciapiede insieme al nonno materno Lucio Potente e a mamma Elena Potente. A sei mesi da una strage che ha commosso tutta Italia ancora non c’è un motivo che possa, se non giustificare, quantomeno far comprendere le motivazioni dietro al gesto della donna: Hutter non ha mai dato alcuna spiegazione di quanto accaduto. E ora, per la trentenne tedesca è stato disposto il Tso in ospedale a Venezia, dopo l’aggressione ai danni delle sue compagne di cella e del personale di Polizia penitenziaria del carcere femminile della Giudecca, dove è rinchiusa da sei mesi, con una breve parentesi al reparto psichiatrico dell’ospedale di Mestre. Ieri sarebbero scaduti i termini per la custodia cautelare in carcere: sei mesi di detenzione preventiva che sono stati prorogati perché nel frattempo il Gip di Belluno ha disposto una perizia psichiatrica, come incidente probatorio. Le conclusioni verranno depositate il 12 marzo prossimo.
L’INCHIESTA
Nel frattempo, qualcos’altro deve essere scattato nella mente di Angelika Hutter, portandola a un nuovo accesso di aggressività sfociato, questa volta, in manifestazioni violente nei confronti delle compagne di cella e del personale del carcere.
Il Gazzettino