ROVIGO - Tra i primi ad abbassare la saracinesca, tra gli ultimi a riaprire. E dimenticati nel caos scoppiato durante l'emergenza Coronavirus. È la categoria dei...
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STAGIONE SFAVOREVOLE
«In questi mesi di chiusura forzata sono saltati numerosi appuntamenti - spiega Fabbri - il problema principale, in vista della riapertura, sarà il caldo, perché l'estate è il periodo meno consigliato per fare tatuaggi». Andy ha sfruttato il periodo per continuare l'operazione di sanificazione, ma precisa: «Le pulizie negli studi di tatuaggi sono quotidiane e vengono svolte in modo molto particolareggiato e approfondito. Se arriverà il via libera dalla Regione, noi saremo pronti ad aprire già dal 18 maggio: entrerà una persona alla volta e misureremo la temperatura ai clienti. Ad oggi, però, non ci sono linee guida certe». Migliaia di euro gli incassi persi: «Faccio lavori molto grandi, sedute intense, seguendo una media di tre-quattro tatuaggi al giorno: il costo minimo parte dagli 80 euro».
APPELLO AL COMUNE
Andrea Fabbri si rivolge all'Amministrazione comunale e chiede elasticità: «Ho partecipato alla protesta dei commercianti in piazza. Ho parlato con il sindaco Gaffeo, l'ho supplicato di non sguinzagliare in giro la Polizia locale per fare multe. Abbiamo passato due mesi senza guadagnare un euro, riaprire l'attività e beccarsi delle sanzioni sarebbe inaccettabile». Il titolare dello studio Andy Tattoo, poi, fa scattare l'allarme: «Con il gruppo Tatuatori storici d'Italia stiamo portando alla ribalta il fenomeno degli abusivi. Lottiamo da tempo per arginare questo problema, in tutto il Paese».
SINDACO MOBILITATO
A schierarsi in difesa di un intero settore è il sindaco di Bosaro Daniele Panella, che ha spedito una lettera indirizzata alla Regione e al Governo Conte: «Chiedo la riapertura in tempi brevi delle attività di acconciatura, estetica e tatuatori. Siamo perplessi e preoccupati perché non è stato recepito con il giusto peso quanto proposto dalle associazioni di categoria, per consentire lo svolgimento delle attività nell'assoluta sicurezza, mentre gli operatori abusivi e irregolari si spostano di casa in casa, mettendo a repentaglio la salute dei cittadini fa notare il sindaco di Bosaro Secondo i dati di Confartigianato, ci sono 130mila imprese che impegnano circa 263mila addetti. Questi operatori regolari hanno affrontato, responsabilmente, il sacrificio di chiudere tra i primi, accogliendo le disposizioni del decreto dell'11 marzo. Alla luce di una grave situazione chiediamo al Governo, e in particolare al ministro dell'Economia Stefano Patuanelli, di consentire al più presto la ripresa di queste attività, osservando scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie».
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Il Gazzettino