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TREVISO - «Se c’è una parola che mi piace utilizzare è: presente. Io e i ragazzi gli parliamo ancora, ricordiamo le cose che gli piacevano e quelle che detestava. E la sua morte per noi non è un tabù». Gloria Piovesan, abbraccia i suoi tre ragazzi. Giovanni, Matilde e Andrea, dieci anni esatti. «In loro rivedo molti tratti di lui: nello humour di Giovanni, nella forza di Matilde e nella dolcezza della mia piccolina, dolce come sapeva esserlo suo padre, senza mai volerlo dare a vedere».
Ogni anno arriva il 3 agosto. E per Gloria e per i Pinarello significa quello squarcio di dolore improvviso. Un marito, un fratello, un figlio che non c’è più. Strappato nel fiore dell’età e con tutta la vita davanti dal destino. A dieci anni da quel maledetto 3 agosto però l’amore e la gioia della testimonianza sembrano prevalere sulla disperazione. In municipio c’è tutto il clan Pinarello, stretto intorno a Gloria e ai suoi 3 ragazzi. In un momento di mestizia e di bellezza. Ieri, nel decimo anniversario della scomparsa di Andrea Pinarello, personalità dello sport trevigiano, il sindaco Mario Conte e il vicesindaco Andrea De Checchi hanno consegnato un attestato a Gloria Piovesan, moglie dell’imprenditore.
La pergamena è stata conferita «quale riconoscimento dell’impegno profuso come atleta e imprenditore nella storica azienda Cicli Pinarello in qualità di responsabile marketing e organizzatore di eventi legati alle bici da corsa» e «in segno di gratitudine per la grande attività di promozione del ciclismo nel territorio da parte della famiglia Pinarello che, nel ricordo di Andrea, ha contribuito a rendere Treviso capitale italiana di questa disciplina sportiva».
L’AMORE PER LA BICICLETTA
Nato nel 1971, terzo figlio di Nani, dopo Carla e Fausto, Andrea sviluppa l’amore profondo per la bicicletta.
OLTRE LO SPORT
Un papà, un figlio un bravo ragazzo. Quello che i ricordi di ieri vogliono mettere in luce va oltre lo sport, e anche oltre il cognome. I sui figli, composti vicino alla mamma, ascoltano le commemorazioni, e la piccola Andrea prende in mano la pergamena e rilegge le parole a un papà che mai ha potuto conoscere, ma di cui porta con orgoglio il nome. «La tristezza- afferma ancora De Checchi- è mitigata dalla continuità degli affetti. C’è un’eredità fisica, tangibile». All’abbraccio metaforico della città si uniscono i parenti. Presenti alla cerimonia Chiara Pinarello e i figli, i cugini e i genitori di Gloria. «Anche nell’ultima gran fondo l’emozione con cui sono stati lanciati quei palloncini per Andrea testimonia la traccia profonda che ha lasciato, il suo essere una grande persona» - ha concluso il sindaco.
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Il Gazzettino