TREVISO - «Mi sta chiedendo se credo al cambiamento del signor Loro? Se credo al fatto che lui sia diventata una persona diversa? Guardi». Matilde Ardia si concede una...
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Non lo chiama mai per nome. E neppure lo indica come ex marito. Per lei, per Matilde, quell'uomo che ha profondamente amato per 10 anni, ormai è soltanto il signor Loro. Matilde vuole marcare le distanze ma non tradisce rabbia. «Cerco soltanto serenità per questo se tornasse libero vorrei che ci fosse qualcuno deputato a sorvegliarlo - spiega la donna, laureata in lingue e impiegata in un'agenzia turistica - vorrei donare serenità ai miei figli, anche nel rapporto con il padre. Lo so, non è un'impresa facile anche perché mai dimenticherò quanto ho vissuto. E pensare che all'inizio tutto sembrava una favola ».
LA STORIA
E' l'estate del 2003. Matilde, all'epoca una 21enne studentessa universitaria, lascia la Campania e sale per la stagione a Bibione: è la responsabile degli animatori turistici. Qui si presenta Andrea Loro: ha 25 anni, un diploma di ragioneria e l'ambizione di far divertire e far sorridere. I due giovani si frequentano, si fidanzano e nel maggio del 2007 si sposano. Lui lavora alla Geox, Lei alla Replay. E qualche anno dopo la gioia più grande: l'arrivo dei figli. Ma nel settembre del 2012 le prime nubi. Andrea dice alla moglie di sentirsi gravato da troppe responsabilità, di non essere più innamorato di lei e di sognare una vita diversa, più leggera.
Matilde rimane basita: lei ama ancora Andrea ma soprattutto teme che la separazione possa diventare un trauma per i piccoli. Passano i giorni, le settimane, i mesi. Andrea diventa sempre più nervoso. I suoi scatti d'ira sempre più violenti. Matilde è preoccupata: si confida con i suoceri, che però minimizzano. Chiede l'aiuto di due consulenti.
L'INCUBO
Fino al 17 Gennaio del 2013. E' un giovedì. Matilde ha una cena di lavoro. Non voleva andarci. La convince Andrea che per la prima volta rimane a casa da solo con i due figli. Matilde rientra poco prima delle 23 e scende in garage dove trova il basculante del box aperto. Pensa a quanto premuroso sia stato il marito, e nel frattempo parcheggia e spegne l'auto. Quando la luce di cortesia illumina il cruscotto, guarda lo specchietto e vede Andrea che si avvicina in ginocchio strisciando. Pensa che il marito voglia scherzare. All'improvviso la portiera si apre e due mani le afferrano il collo e cominciano a stringere sempre più forte. «In quel momento il pensiero è corso ai miei figli. Al fatto che non li avrei visti crescere. E mi chiedevo cosa sarebbe accaduto come avrebbero fatto senza la mamma Sì, Andrea mi stava strangolando ma in realtà mi stava pugnalando al cuore». Matilde perde conoscenza e l'uomo la crede morta. Quando si riprende, è sul sedile del passeggero e alla guida c'è Andrea. «Dove stiamo andando» chiede Matilde.
Andrea Loro accosta l'auto, e ancora una volta stringe le mani al collo di Matilde, urlando: Muori! Muori! Lei sviene, e si risveglia soltanto quando sente un forte calore. Matilde apre gli occhi e vede il fuoco. L'auto sta bruciando, lei è all'interno. In quei drammatici istanti pensa che lui dopo aver tentato di ucciderla stia andando a casa e voglia uccidere anche i figli. Matilde raccoglie tutte le forze e, nonostante le fiamme, apre la portiera e, si getta su un campo ghiacciato. Non fa a tempo a raggiungere il lato opposto della strada, e un boato squarcia il silenzio della notte. L'auto e' esplosa. Matilde lancia l'allarme, chiede di mettere al sicuro i figli e guardando l'auto che brucia capisce: il signor Loro ha simulato un incidente e incendiato l'auto. Voleva uccidere, e crearsi anche un alibi.
Nicola Endimioni Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino