Andrea Crisanti: «Il Covid sta mutando molto meno di quanto ci si aspettasse»

Andrea Crisanti: «Il Covid sta mutando molto meno di quanto ci si aspettasse»
«Il virus muta molto meno di quanto ci si aspettasse e fa sperare che non eluda le terapie». Sono parole rassicuranti quelle pronunciate dal direttore del dipartimento...

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«Il virus muta molto meno di quanto ci si aspettasse e fa sperare che non eluda le terapie». Sono parole rassicuranti quelle pronunciate dal direttore del dipartimento di Medicina molecolare dell'Università di Padova Andrea Crisanti ieri in audizione davanti alla Commissione Affari sociali. Crisanti ha parlato della situazione di Vo' Euganeo, dove l'intera popolazione è stata sottoposta all'analisi anticorpale: «I risultati ancora non sono pubblici, ma la situazione di quel centro è stata congelata e consente di individuare il tempo zero di quasi tutti i casi. In questo modo capiamo il decorso della malattia, la frequenza dei falsi positivi, così come vediamo se questi anticorpi sono neutralizzanti e se valgono anche per altri ceppi del virus».


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Ha sottolineato come quello dei falsi positivi rimanga un problema «perché se non gli viene fatto il tampone restano nell'incertezza della malattia». Parlando poi dei primi risultati raggiunti con la cura utilizzando il plasma dei guariti «in due-terzi dei pazienti in condizioni critiche ci sono dei miglioramenti nell'arco di 24-36 ore» spiega Crisanti precisando però che il plasma va analizzato per verificare che non contenga agenti patogeni e che abbia un numero sufficiente di anticorpi in grado di bloccare l'attività del virus».

Per quanto riguarda la Banca del plasma in Veneto il virologo spiega che sono già arrivate numerose sacche da donatori di diverse regioni anche se non tutte sono idonee. «Sono stati utilizzati diversi test sierologici anticorpali e uno o due di questi sono più efficaci». Precisando che «ci sono in commercio 150 test anticorpali ma nessuno studio in merito, quindi c'è una grande confusione». Sempre durante l'audizione il commissario Domenico Arcuri ha sottolineato come l'Italia sia «il Paese tra i più grandi in cui si fanno più tamponi al mondo - aggiungendo - non ne facciamo abbastanza, però, perché siamo uno Stato sostanzialmente federalista nella sanità e le Regioni hanno comportamenti molto diversi nei test». Mestre per Alessandro Venturi, presidente del Cda della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia «bisogna avere subito qualcosa di pronto da utilizzare se arriva una seconda ondata del virus: dal plasma iperimmune all'antivirale. E non intendo in futuro, ma già da domani».
r.ian

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Il Gazzettino