Morto Andrea Conti, campione di handbike: era stato travolto in allenamento. Incidente simile a quello di Alex Zanardi

Andrea Conti
VERONA - È morto oggi a Verona, per le conseguenze di un grave incidente stradale, il campione di hand bike Andrea Conti, vincitore di tre edizioni del Giro d'Italia...

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VERONA - È morto oggi a Verona, per le conseguenze di un grave incidente stradale, il campione di hand bike Andrea Conti, vincitore di tre edizioni del Giro d'Italia nel 2015, 2016 e 2019. Conti, 51 anni, mentre si stava allenando lungo la provinciale Bosco Chiesanuova-Cerro Veronese in vista dell'ultima prova della corsa rosa ad Assisi, si era scontrato frontalmente con un'auto che viaggiava sulla corsia opposta, ed era stato traportato in gravi condizioni all'ospedale di Borgo Trento dove era caduto in coma e dove oggi ha cessato di vivere. Una dinamica che ricorda l'incidente che ha visto coinvolto Alex Zanardi.

Noto anche come il «ciclista-poeta» (nelle occasioni pubbliche in cui era invitato leggeva sempre alcuni dei suoi versi composti in dialetto veronese), Conti si era speso molto negli incontri con le scolaresche per promuovere la sicurezza stradale. Era di Cerro Veronese, compaesano di Damiano Cunego, e a 18 anni era rimasto vittima sulla stessa strada che gli è costata la vita di un incidente che gli aveva causato una lesione cervicale, restando tetraplegico. Nel 2002 si era avvicinato allo sport e al ciclismo, utilizzando le braccia e solo parzialmente le mani. Per spingere l'handbike aveva bisogno di protesi speciali. Gareggiava per il Gsc Giambenini.

Subito dopo l'incidente, il 24 settembre scorso, sulla pagina Facebook del Giro Handbike era comparso un messaggio di sostegno per Conti: «Non riusciamo nemmeno a pensarla una finalissima senza di lui. Andrea è il sole della nostra manifestazione, quel sorriso che non può mancare, è parte integrante della grande famiglia del Giro Handbike. Forza Andrea, ti aspettiamo prestissimo a braccia aperte per cantare ancora una volta tutti insieme. Questa finalissima è dedicata a te!». 

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Il Gazzettino