Il veneziano Andrea Boscolo campione italiano di ciclismo estremo: «Dieci gare da 600 chilometri e dislivello di 10mila metri»

Il veneziano Andrea Boscolo campione italiano di ciclismo estremo: «Dieci gare da 600 chilometri e dislivello di 10mila metri»
MESTRE - Dal lavoro nell'innovazione digitale del Fablab Venezia, all'impresa sportiva del ciclismo estremo delle Super Randonnèe, prove particolarmente...

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MESTRE - Dal lavoro nell'innovazione digitale del Fablab Venezia, all'impresa sportiva del ciclismo estremo delle Super Randonnèe, prove particolarmente impegnative. Andrea Boscolo ha concluso il brevetto mondiale permanente promosso da Audax club parisienne, il club fondato a Parigi nel 1904 che regola in tutto il mondo i brevetti randonnée denominati Brm (Brevets randonneurs mondiaux), percorrendo dieci Super Randonnèe. È il secondo in Italia e il 41esimo al mondo a concludere la gara sportiva, domenica scorsa a Fano ha ricevuto un premio in occasione del raduno della nazionale italiano Randonnèe. «Ho percorso sempre queste sfide in solitaria - racconta Andrea Boscolo - e senza supporto esterno. Sono molto felice di aver avuto la fortuna di potermi dedicare all'esplorazione in bicicletta di posti magnifici, luoghi che solo attraverso la passione dei tracciatori degli itinerari si sono svelati nella loro essenza.

I paesaggi naturali e antropizzati d'Europa e d'Italia sono stati accompagnati dall'empatia di molte persone che ho incontrato in queste durissime pedalate, esse mi hanno aiutato anche solo con un sorriso o a volte dandomi ospitalità». Per essere una Super Randonnèe, la prova deve avere tre caratteristiche. Deve essere un brevetto permanente: significa che il partecipante decide in quale data e a quale ora fissare la partenza; che durante lo svolgimento non riceverà nessun tipo di assistenza esterna; dovrà dimostrare di essere transitato dai punti di controllo nei tempi stabiliti. Deve essere lunga 600 km. Deve avere un dislivello minimo di diecimila metri. Si tratta, pertanto, di percorsi in zone prevalentemente montuose. «Il ciclismo estremo delle lunghe distanze senza alcun supporto - spiega Boscolo - presuppone fermezza di spirito ed esperienza nella gestione dell'avventura, un insegnamento continuo che reputo molto utile anche nella vita e nel lavoro».
 

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Il Gazzettino